Stati Uniti alle urne


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Disoccupazione, ipotesi quasi irreale

Gerardo Greco, corrispondente per la Rai da New York g

Quale clima si respira negli Stati Uniti alla vigilia del voto? Televideo lo ha chiesto a Gerardo Greco, corrispondente per la Rai da New York.

"Aria di sconfitta. Ovviamente di Obama. Basta pensare che la campagna elettorale dei repubblicani già si chiama Victory 2010, vittoria 2010".

"Il successo dei conservatori è dato per scontato. La vittoria vera però i repubblicani la avranno se conquisteranno la maggioranza sia alla Camera sia al Senato. E questo per ora non è detto".

A fianco di economia e occupazione, che peso avrà la riforma sanitaria di Obama? E il conflitto in Afghanistan?
"La crisi pesa per il 70% del voto, secondo i sondaggi. La disoccupazione al 10%, in questa che dovrebbe essere la terra delle opportunutà, è un ossimoro, un'ipotesi quasi irreale. Invece è tutto vero. In una condizione del genere persino la riforma sanitaria passa in secondo piano. La ristrutturazione del sistema sanitario, anzi meglio delle assicurazioni, viene digerita lentamente. Il conflitto in Afghanistan invece è una costante, una guerra con la quale, per paradosso, l'America sta imparando a convivere, come una condanna".

L'ombra dei Tea Party sul voto: un vantaggio o un danno per i repubblicani?
"I Tea Party sono un vantaggio enorme per il vecchio e stanco Partito repubblicano, che non riusciva a ritrovare slancio dopo la fine dell'era Bush. Potrebbero non pagare nell'urna per alcuni collegi, ma l'iniezione di forze politicamente fresche e di messaggi molto diretti è la salvezza per i conservatori americani. Il processo d'altra parte è ancora lungo. Questo è un punto di passaggio, la vera corsa si fa per le elezioni del 2012, cioè c'è ancora tempo per riassorbire la dimensione potenzialmente eversiva dei Tea Party".

Obama tenta il recupero schierando Michelle al suo fianco. Funzionerà?
"Gli Obama hanno ancora una forza politica, un impatto mediatico enorme. Il problema è che devono ricominciare a parlare con la classe media, con l'e- lettorato che li ha portati alla Casa Bianca ma che sta uscendo a pezzi dalla crisi. L'ultimo loro video è una sorta di presentazione familiare di Michelle e Barack, lui senza cravatta, lei in maniche di camicia, poco presidenziali, per cercare un dialogo con la gente qualunque, l'America media. Dialogo che a un certo punto si è interrotto con la forza dei numeri, della crisi economica, e che ora è difficile riprendere".