Centocinquantamila famiglie in affitto, nei prossimi tre anni, rischiano di perdere la propria abitazione. A denunciarlo sono i sindacati degli inquilini, Sunia, Sicet e Uniat, osservando che l'aumento dei canoni e l'insostenibilità delle spese hanno portato ad un aumento degli sfratti per morosita': nel 1983 rappresentavano il 13% di quelli emessi, nel 2008 il 79%".
In occasione della Giornata internazionale dell'inquilino, designata dalle Nazioni Unite, Sunia, Sicet e Uniat hanno illustrato i dati sulla situazione generale degli affitti, secondo i quali, a livello europeo "il disagio abitativo colpisce 70 milioni di persone, di cui 18 milioni sotto sfratto e 3 milioni senza tetto". In Italia negli ultimi cinque anni sono stati emessi 175 mila sfratti per morosita' e oggi 750 mila famiglie hanno il contratto scaduto e non possono sopportare aumenti; inoltre 6,5 milioni di giovani, tra i 18 e i 39 anni, faticano a trovare un'abitazione". Il mercato delle locazioni, spiegano le organizzazioni, "non ha registrato nel 2010 un'analoga ripresa come quello delle compravendite e il patrimonio abitativo in 35 anni ha subito una contrazione che lo ha ridotto a meno del 20% del totale, uno dei livelli piu' bassi d'Europa: le case in affitto, in Italia, sfiorano il 20% del totale".
"Aumentare la proposta di edilizia residenziale pubblica, quindi non vendere gli appartamenti dei vari enti come Enasarco e Inps; rivedere la cedolare secca in modo che il 20% pagato sul mercato libero venga trasferito sul 60% di imponibile del mercato contrattato; una revisione degli sgravi fiscali a sostegno del reddito degli inquilini; ammortizzatori sociali strutturali per gli inquilini", sono alcune delle proposte principali dei sindacati che osservano come "oggi esista un'ampia domanda di alloggi in affitto a canoni sociali o calmierati rappresentata sia da famiglie che hanno i requisiti per un alloggio pubblico, ma alle quali l'esiguita' del comparto non riesce a dare risposta, ne' il fondo sociale puo' sostenere, sia da famiglie che non hanno tali requisiti, ma per le quali non c'e' compatibilita' con gli attuali canoni del mercato".
Il settore sociale in Italia rappresenta il 23% dell'offerta in affitto, il 4% dell'intero stock, pari a 900 mila alloggi, contro una media europea del 20%. Prima fra tutti la Germania, con un'offerta di 11,6 milioni di alloggi sociali, seguita da Gran Bretagna (5,4 milioni), e Francia (5 milioni).
I membri dello Iut (unione internazionale degli inquilini) sollecitano i governi a favorire la costruzione e l'accesso di alloggi in affitto a prezzi accessibili in diversi modi, tra cui: "ridurre le sovvenzioni, come sgravi fiscali, per i proprietari di casa; programmare un minimo del 33% di alloggi in locazione, sul numero totale a livello nazionale, di cui il 50% dovrebbe essere di edilizia residenziale pubblica; stimolare l'offerta di alloggi a prezzi accessibili con l'assegnazione di finanziamenti statali e/o terreni di proprieta' comunale; intervenire contro la segregazione e per la coesione sociale stimolando la diversita' di tipologie abitative locali".
Secondo i dati diffusi, "il livello dei canoni dei contratti sottoscritti negli ultimi anni nel nostro paese sono incompatibili per famiglie con redditi annui inferiori a 20.000 euro, mentre le attuali offerte del mercato privato incontrano la domanda solo nel caso di redditi superiori a 35.000 euro".
"La giornata internazionale dell'inquilino nasce per coinvolgere le istituzioni, il mondo sociale, l'opinione pubblica su temi molto delicati e importanti quali ambiente e affitti", ha detto il presidente dell'Uniat nazionale, Fabrizio Pascucci, precisando che il mercato delle locazioni ha registrato, nell'ultimo decennio, un incremento del 130% per i contratti rinnovati, del 140% nelle grandi citta' per un canone medio di 750 euro, mentre per offerte di privati ha registrato un aumento del 150% (165% nei grandi centri) per un canone medio mensile di oltre mille euro al mese.