Il doppio lavoro in Italia non va in pensione e coinvolge quasi 4,8 milioni di persone. E' quanto emerge da un raffronto tra i dati dell'Istat sugli occupati totali del 2009 e le posizioni lavorative calcolate nello stesso anno secondo i quali a fronte di 24.838.000 occupati in media d'anno le ''posizioni'' di lavoro risultavano essere 29.617.000 (tra regolari e irregolari).
E se in molti casi, come ad esempio i lavori domestici, si tratta semplicemente di piu' lavori part time, resistono negli anni anche coloro che a una occupazione standard (a tempo pieno e indeterminato) affiancano un'altra attivita', spesso in nero.
I settori nei quali e' piu' ampio sia il lavoro sommerso che il divario tra occupati e posizioni lavorative complessive sono, stando ai dati del 2008, quelli degli alberghi e della ristorazione (900.000 con una doppia attivita' e quasi 42% di lavoro irregolare in media) e i trasporti (quasi 1,2 milioni con il doppio lavoro e 49% di sommerso).
Tra le seconde attivita', l'Istat calcola anche l'impiego nell' ''autoproduzione'' come l'occupazione nel proprio orto o i lavori di ristrutturazione di casa, attivita' queste considerate lavoro regolare. Nell'agricoltura il doppio lavoro riguarda 900.000 casi, mentre nell'industria in senso stretto si riduce a meno di 100.000 casi.