Medio Oriente


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Che cos'è la Freedom flottilla

Alcune ong filo-palestinesi si ritrovano sotto la bandiera di 'Free Gaza'

La Freedom Flotilla è una flottiglia multinazionale messa insieme da diverse ong filo-palestinesi sotto la bandiera di 'Free Gaza', sodalizio con sede a Cipro formato in prevalenza da militanti della sinistra occidentale, che si battono contro il blocco imposto da Israele tre anni fa contro la Striscia di Gaza.

'Free Gaza' era riuscita a sbarcare con pochi aiuti nella Striscia nell'agosto 2008, mentre nel dicembre 2008 un'operazione analoga era stata bloccata: gli israeliani avevano speronato la nave degli attivisti.

Stavolta otto imbarcazioni - quattro cargo e quattro navi passeggeri tra le quali la più grande è la Marmara, quella assalita dagli israeliani - si erano concentrate tre giorni fa nel porto cipriota di Larnaca, con il sostegno indiretto della Turchia e di Ong registrate in Svezia, Grecia, Irlanda, Algeria. Solo sei però erano riuscite a partire.

Una nave cargo è finanziata dall'Algeria, una dal movimento Free Gaza irlandese, una dal Kuwait e l'ultima da gruppi e associazioni europee (prevalentemente greche e svedesi). Tra le navi passeggeri, invece, una ha ricevuto fondi dalla Turchia. Tra gli organizzatori della spedizione umanitaria filo-palestinese vi e' anche l'organizzazione turca Ihh, fuorilegge in Israele perche' accusata di finanziare Hamas e avere stretti legami con gruppi terroristi islamici.

A bordo delle navi ci sono 10 mila tonnellate di aiuti umanitari per la popolazione, oltre 700 attivisti di 40 nazionalità, decine di giornalisti di media di tutto il mondo e molti europarlamentari e deputati arabi. Una delle imbarcazioni e' stata ribattezzata 'Ottomila', in onore dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane.

Tra gli aiuti, oltre agli alimenti, case prefabbricate che avrebbero dovuto essere consegnate a chi e' rimasto senza un tetto durante i bombardamenti israeliani del 2008-2009, medicine e apparecchiature mediche, 500 carrozzelle elettriche (a Gaza sono molti i mutilati, circa 600, sempre in seguito alla guerra), depuratori per l'acqua, materiali edili tra cui legname.