La presentazione a Madrid


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Real, il giorno di Mourinho

‘Fortunato il prossimo tecnico dell’Inter’

''Solo una promessa: sono José Mourinho e non cambierò''. Un nome, una garanzia. José Mourinho si presenta così nelle vesti di allenatore del Real Madrid. Un'ora per la prima conferenza stampa con risposte in spagnolo, inglese, portoghese e italiano. ''Mi piacciono le sfide importanti. Non so se sono nato per allenare il Real, sono nato per fare l'allenatore. Questo club è unico e da oggi siamo una cosa sola: sono qui per vincere e non ho paura di essere esonerato. Non avverto una pressione particolare: per costruire una squadra vincente, non serve per forza molto tempo'', dice davanti ad una schiera di giornalisti e fotografi al Santiago Bernabeu. In sala stampa c'è il direttore generale Jorge Valdano, non il presidente Florentino Perez.

La Casa Blanca gli chiede di vincere, in particolare la Champions. ''Non posso promettere la Champions. Non siamo teste di serie nel sorteggio: quando verranno formati i gironi, saranno gli altri ad avere paura e non noi. La finale di Wembley non sarà un'ossessione'', dice. ''Sono José Mourinho, il Mourinho che arriva qui ha le sue qualità e i suoi difetti: prometto di non cambiare. Non allenare il Real Madrid sarebbe una lacuna. Sono orgoglioso di avere questa posizione ora, mi piace credere che i miei giocatori pensino esattamente la stessa cosa. La cosa piu' bella sarebbe vincere con il Real Madrid, questa è la mia motivazione'', dice l'ex allenatore dell'Inter, che si legherà alla Casa Blanca per 4 stagioni.

Il biennio nerazzurro non verrà mai cancellato: ''Non dimentico l'Inter. Spero che nella prossima stagione possa vincere tutto, meno la Champions. Non posso dimenticare quella gente, quel gruppo veramente fantastico. Io sono un tecnico che migliora tutti i giorni: io imparo e l'ho fatto in Italia, mi sono arricchito in un campionato molto difficile''.

L'Inter sta cercando il successore di Mourinho. ''Non parlo con il presidente Moratti per il prossimo allenatore. L'Inter ha una squadra per il futuro, anche se alcuni giocatori hanno meno anni davanti rispetto ad altri. E' stata costruita per avere successo oggi e domani. Per i campioni d'Europa ci vuole un allenatore di qualità, qualsiasi tecnico che arriverà deve essere intelligente a seguire la strada'', dice il portoghese, che definisce ''molto fortunato'' il suo successore sulla panchina nerazzurra. ''Potrà vincere subito 3 titoli, potrà vincere il Mondiale per club'', dice pensando anche alla Supercoppa italiana e a quella europea.

I due anni vissuti in Italia hanno prodotto conseguenze linguistiche. ''Non parlo bene il castigliano. Studiare e parlare italiano mi hanno reso le cose un po' difficili, ho dimenticato il mio spagnolo. Ho bisogno di un mese, poi all'inizio della stagione sarò pronto a parlare spagnolo in maniera piu' efficace'', prosegue. A Madrid, Mourinho raccoglie l'eredita' del cileno Manuel Pellegrini, esonerato dopo un'annata senza titoli. ''Non sono mai felice quando un allenatore viene esonerato, ma questo è il calcio'', dice Mourinho, che non teme di finire come il suo predecessore. ''Tutti gli allenatori devono essere preparati al licenziamento. Se però il tecnico teme di essere allontanato, non lavora bene e si creano difficoltà'', dice il portoghese.

''Sono un allenatore con una grandissima autostima, ho moltissima fiducia in me stesso ma non mi cullo sugli allori. Ho lavorato molto per arrivare a questo livello. Non sono un provocatore, sono uno che lavora molto e chiede rispetto. Non penso di essere sostituito: penso che 4 anni di contratto siano sufficienti per vincere, per costruire una squadra con una propria identita', per preparare le sfide presenti e quelle future'', continua.

''Secondo me, già il secondo anno è un anno chiave per raggiungere l'equilibrio tra squadra e allenatore. All'Inter siamo diventati campioni d'Europa al secondo anno, ma al primo abbiamo vinto il campionato'', afferma prima di anticipare, a grandi linee, la sua ricetta.

''Sono convinto che i giocatori abbiano grande fiducia nell'allenatore. Farò molte domande, voglio delineare una diagnosi. Voglio individuare i punti positivi e trasformare, secondo le mie idee, quello che non va. Devo analizzare la situazione, elaborare le informazioni e capire quale deve essere la direzione del mio lavoro'', spiega. A Madrid, Mourinho avrà a disposizione una rosa ricca di star, compreso il suo connazionale Cristiano Ronaldo. ''Cristiano è un giocatore incredibile non solo per il Real ma per tutto il calcio. La forza delle mie squadre e' sempre stato il collettivo: conta il club, non l'allenatore o un giocatore. Se lavoriamo in gruppo, non è difficile ottenere risultati''.

Lo Special One ha già preso contatto con Raul, la bandiera del club. ''Non ho perso tempo, Raul si allenava e sono andato a parlare con lui. Tra allenatore e giocatore, la stampa non entra. Raul e' nella storia del Real Madrid. Io non sono nella storia. Chi non è nella storia deve portare rispetto: non posso trattare Raul come uno qualsiasi'', dice. In Italia, più volte, Mourinho ha fatto riferimento con enfasi al ''rumore dei nemici''.