di F. Chyurlia ed E. Tanini
“Inevitabile agire”. L’esplodere della crisi greca ha cambiato gli scenari dell’economia europea e tutti i Paesi hanno dovuto prendere misure dirette al rientro del disavanzo, così l’Italia. Il governatore di Bankitalia Draghi, nelle considerazioni finali dell’Assemblea annuale dell’istituto di via Nazionale, promuove la manovra varata dal governo che va nella direzione di risanamento dei nostri conti. "Il rapporto –spiega Draghi- tra debito pubblico e Pil era diminuito di 187 punti percentuali tra il 1994 e il 2007. In questo biennio di recessione è aumentato di 12 punti, al 115,8 per cento. Nelle nuove condizioni di mercato era inevitabile agire, anche se le restrizioni di bilancio incidono sulle prospettive di ripresa a breve dell'economia italiana” . Il governatore si riserva comunque "un attento scrutinio degli effetti, per garantire il conseguimento degli obiettivi".
Attenti perché la sfida che il nostro Paese deve affrontare è difficile: “coniugare la disciplina di bilancio con il ritorno alla crescita.” Per Draghi la strada strada è tracciata ed è quella delle riforme rese più “urgenti” dalla crisi. “La caduta del prodotto -avverte- accresce l'onere per il finanziamento dell'amministrazione pubblica; i costi dell'evasione fiscale e della corruzione divengono ancora più insopportabili; la stagnazione distrugge capitale umano, soprattutto tra i giovani”.
Riforma del mercato del lavoro. Proprio sulla parte più giovane della nostra popolazione si sono scaricati gli effetti più pesanti della crisi. “Nella fascia di età tra 20 e 34 anni la disoccupazione ha raggiunto il 13% nella media del 2009 - sottolinea il governatore della Banca d'Italia - la riduzione rispetto al 2008 della quota di occupati tra i giovani è stata quasi sette volte quella osservata tra i più anziani. Hanno pesato sia la maggiore diffusione fra i giovani dei contratti di lavoro a termine, sia la contrazione delle nuove assunzioni, del 20%". Urge allora una riforma vera, anche perché "i giovani non possono da soli far fronte agli oneri crescenti di una popolazione che invecchia". Per questo serve anche prolungare l’età media di pensionamento.
Lotta all'evasione. E’ un freno alla crescita l’alta evasione fiscale che c’è nel nostro paese , perché, spiega Draghi, “richiede tasse più elevate per chi le paga” ed ostacola “gli interventi a favore dei cittadini con i redditi modesti”. Da noi il cuneo fiscale sul lavoro è di circa 5 punti superiore alla media degli altri Paesi Ue, mentre il valore del sommerso ammonta al 16% del Pil. Tra il 2005 e il 2008 è stato evaso il 30 per cento della base imponibile dell'Iva: "in termini di gettito, sono oltre tre miliardi l'anno, 2 punti di Pil". La lotta all’evasione nel lungo termine deve “consentire” una riforma delle aliquote fiscali. Per Draghi "gli evasori sono i responsabili della macelleria sociale".
Corruzione. Dura poi la denuncia del governatore nei confronti della corruzione, che si diffonde nella pubblica amministrazione, favorita a volte dalle mafie. “Relazioni corruttive tra soggetti privati e amministrazioni pubbliche -sottolinea il governatore - in alcuni casi favorite dalla criminalità organizzata, sono diffuse”. “Le periodiche graduatorie internazionali - spiega il numero uno di Bankitalia - collocano l’Italia in una posizione sempre più arretrata. Studi empirici mostrano che la corruzione frena lo sviluppo economico”.
Tracciando un bilancio della crisi che abbiamo attraversato, Draghi ricorda che la nostra struttura finanziaria presenta molti punti di forza a cominciare dalla ricchezza accumulata dalla famiglie , i cui debiti sono fra i più bassi d’Europa. Anche il nostro sistema bancario si è dimostrato “solido”. I problemi ci sono stati evidenzia Draghi, ma “la politica economica ha limitato il danno, in una misura stimabile in due punti di Pil, attribuibili per circa un punto alla politica monetaria, per mezzo punto agli stabilizzatori automatici inclusi nel bilancio pubblico, per il resto alle misure di ricomposizione di entrate e spese decise dal governo". E di conseguenza, "la crescita del disavanzo pubblico è risultata inferiore a quella delle altre economie avanzate".
Infine, c'è un'altra importante lezione che la Banca d'Italia invita a cogliere dalla crisi, in particolare con riferimento alla Grecia: "Se è stato illusorio pensare che la moneta da sola potesse 'are l'Europa, oggi l'unica via è quella di rafforzare la costruzione europea nella politica, con un governo dell'Unione più attivo, nella disciplina dei bilanci pubblici e nel progresso delle riforme strutturali, con un nuovo patto di stabilità e crescita al tempo stesso più vincolante e più esteso". Indispensabili poi nuove regole per una finanza più trasparente.
Le reazioni
“Relazione condivisibile”
Sindacati, Confindustria e Abi plaudono al governatore
Tre parole li convincono: “Lotta all’evasione”. I leader della Cgil e della Cisl, Epifani e Bonanni questa volta sono d’accordo: la relazione del governatore di Bankitalia all’assemblea annuale, è da condividere soprattutto quando fotografa la difficile situazione del nostro mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione giovanile che nel 2009 ha raggiunto il 13%. Una relazione "abbastanza onesta dal punto di vista del governatore", commenta Epifani, che aggiunge: apprezzabile il richiamo ai giovani. E’ su questo punto che bisogna "cogliere la sfida". Per il numero uno della Cgil nelle considerazioni del governatore c’erano inoltre due sostantivi fondamentali “equità” e “solidarietà”. Parole che, invece, lamenta di non aver trovato nella manovra appena varata.
Evoca la “macelleria sociale” il segretario della Cisl, Bonanni, che si sofferma sulla parte della relazione di Bankitalia che riguarda l’evasione fiscale, “freno alla crescita” .”Ha ragione Draghi –spiega- perché con la lotta all’evasione si può arrivare ad una riforma del fisco” più equa.
“Condividiamo, in particolare, la denuncia sull’evasione fiscale – commenta il segretario confederale della Uil, Foccillo- che Draghi ha definito ‘vera macelleria sociale’. E’ una emergenza nazionale tanto da considerarla una tassa aggiuntiva sul capitale e sul lavoro”. Per la presidente di Confindustria, Marcegaglia, la posizione espressa da Draghi è la stessa degli industriali. “La manovra –dice- affronta la riduzione di spesa, lo fa con 24 mld di euro e riporta i saldi di bilancio al punto in cui era necessario. Ma occorre tornare a crescere”. Un monito lanciato già la scorsa settimana all’assemblea di Confindustria. Plauso al governatore anche dal presidente dell’Abi, Faissola, “un’analisi concreta e condivisibile”, dice. Del resto parlando del nostro sistema bancario Draghi lo ha definito solido, sottolineando che a differenza di altri paesi “non ha richiesto interventi pubblici significativi”. Ora le banche devono continuare a rafforzarsi.