Economia


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Istat: a maggio frena l'inflazione

Il costo della vita ha fatto registrare un aumento dello 0,1% rispetto ad aprile e dell'1,4% rispetto a maggio 2009. Si tratta in pratica di una decelerazione inflazione_verdura_296

L'inflazione a maggio presenta una variazione di +0,1% rispetto al mese di aprile e di +1,4% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Lo rileva l'Istat.

Oltre alla rilevazione dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettivita' (Nic) l'Istituto rileva che, in base alla stima provvisoria, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra nel mese di maggio una variazione di piu' 0,1 per cento rispetto al mese precedente e una variazione di piu' 1,6 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. L'Istat spiega che alcune caratteristiche dell'Ipca, ed in particolare il fatto che tale indice tiene conto, diversamente dall'indice nazionale Nic, anche delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni), possono determinare in alcuni mesi dell'anno andamenti congiunturali significativamente diversi da quelli dell'indice nazionale.

Sulla base dei dati finora pervenuti gli aumenti congiunturali piu' significativi dell'indice per l'intera collettivita' si sono verificati per i capitoli altri beni e servizi (piu' 0,5 per cento) e abitazione, acqua, elettricita' e combustibili (piu' 0,3 per cento). Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli bevande alcoliche e tabacchi e istruzione. Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli ricreazione, spettacoli e cultura (meno 0,6 per cento), comunicazioni (meno 0,4 per cento) e servizi sanitari e spese per la salute (meno 0,2 per cento).

Gli incrementi tendenziali piu' elevati si sono registrati nei capitoli trasporti (piu' 5,0 per cento), altri beni e servizi (piu' 3,1 per cento) e Istruzione (piu' 2,5 per cento). Variazioni tendenziali negative si sono verificate nei capitoli comunicazioni (meno 2,0 per cento), prodotti alimentari e bevande analcoliche (meno 0,4 per cento) e servizi sanitari e spese per la salute (meno 0,2 per cento).