Dopo due ore di aspra battaglia, l'esercito pakistano è riuscito a liberare le centinaia di persone intrappolate nelle due moschee a Lahore attaccate dai talebani del Punjab. Il bilancio delle vittime degli assalti continua ad aggravarsi: sono decine i morti negli scontri.
Gli attacchi sferrati contro i due luoghi di culto della setta islamica Ahmadiya rappresentano il più grave episodio di violenza nei confronti di questa comunità religiosa, perseguitata dai gruppi fondamentalisti pakistani e bollata come eretica dal governo con una legge ad hoc del 1974.
Negli ultimi anni i luoghi di preghiera della comunità Ahmadiya sono stati oggetto di ripetuti attacchi dei miliziani estremisti, che considerano gli appartenenti a questo ordine religioso ''non musulmani'' perché rifiutano di riconoscere Maometto come ultimo dei profeti dell'Islam.
Secondo i dati forniti dagli ahmadi, dalla promulgazione del cosiddetto 'Anti-Ahmadiya Ordinance' da parte del governo sono stati uccisi oltre 100 fedeli di questa setta islamica in Pakistan. Solo in pochissimi casi gli assassini sono stati arrestati e per questo i rappresentanti della comunità hanno più volte attaccato il governo, accusato di garantire una sorta di immunità ai responsabili degli omicidi. Gli ultimi episodi di violenza contro gli ahmadi risalgono a poche settimane fa. A metà aprile, alcuni fondamentalisti in sella a una moto hanno ucciso tre di loro a Faisalabad, nel Punjab, rimanendo poi impuniti. Per quell'episodio i leader della comunità Ahmadiya hanno parlato di esecuzione mirata. Alcuni giorni fa, inoltre, un altro uomo di fede ahmadi è stato ucciso vicino Karachi sempre da presunti estremisti.
Gli attacchi odierni, tuttavia, rappresentano un salto di qualità dei gruppi estremisti filotalebani del Punjab che in passato hanno compiuto attentati eclatanti anche contro altre minoranze religiose come sciiti e cristiani. Ad agosto dello scorso anno in un altro attacco morirono otto cristiani nella città di Gojra. Queste organizzazioni filotalebane sono ideologicamente riconducibili al movimento deobandi, una forma di Islam radicale molto vicina al wahhabismo saudita che ha influenzato anche i ribelli delle aree tribali del Pakistan nordoccidentale. Alcune organizzazioni estremiste del Punjab, come il Tehrik-e Taleban-e Pakistan che ha rivendicato la strage di Lahore, hanno l'obiettivo di trasformare in senso religioso le istituzioni pakistane e si battono affinché nella Costituzione sia affermato che il sunnismo è l'unica dottrina religiosa ammessa in Pakistan. Il loro obiettivo ultimo è creare una sorta di 'emirato islamico' sul modello dell'Afghanistan del Mullah Omar negli anni Novanta. Per questo motivo i filotalebani non possono accettare dal punto di vista ideologico la presenza in Pakistan di una comunità che professa una versione dell'Islam non ufficiale. In Pakistan vivono circa quattro milioni di fedeli ahmadi, concentrati prevalentemente nell'est del Paese e nella città portuale di Karachi.