Economia


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Marcegaglia: sì alla manovra, ma ora riforme strutturali

Il Presidente di Confindustria all’Assemblea della Confederazione g

di Francesco Chyurlia ed Elisabetta Tanini

Mai più castelli di carta creati da una finanza senza regole e dagli errori delle agenzie di rating “che ancora una volta si stanno “rivelando specialiste in autopsie”. Ora la vera emergenze per la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia è la crescita. La ripresa sarà lenta e debole e in questo il sistema finanziario e le banche devono tornare al loro compito principale : sostenere l’imprese e l’occupazione. Per l’Italia il bilancio di questo ultimo anno e mezzo è stato durissimo . E si traduce nella perdita, rispetto ai picchi del primo trimestre 2008, “di quasi sette punti di Pil e oltre 700mila posti di lavoro”. Non solo: “Il ricorso alla cassa integrazione guadagni è aumentato di sei volte”.

Male anche la produzione industriale, “crollata del 25%, tornando ai livelli di fine 1985: cento trimestri bruciati. In alcuni settori l’attività produttiva si è dimezzata” . L’anniversario dei Cento anni di Confindustria non poteva cadere in un momento più difficile, la Marcegaglia lo sa e invita governo e sindacati ad agire in fretta perché la Grecia “ha contagiato l’intera zona euro”. Tutti rischiano la sopravvivenza.

“E’ arrivato il momento –esorta la Marcegaglia- nel quale i politici italiani, dal Parlamento e giù, sino all’ultima comunità montana, taglino i propri stipendi e le dotazioni per le loro segreterie e collaboratori, disboschino esenzioni e agevolazioni. La sforbiciata data con la Finanziaria agli enti e ai costi della politica “è sacrosanta ma è solo un buon inizio”. Inoltre la presidente chiede un ridimensionamento delle Province. Nel complesso la manovra varata dal governo per la presidente ”contiene misure che Confindustria chiede da tempo: perciò conclude “diamo pieno sostegno alla linea di rigore del ministro dell’Econonia Tremonti e del governo”. Ma Confindustria invita l’esecutivo a non fermarsi con il risanamento, ma prosegure sulla strada del rilancio del Paese. Le sfide che ci attendono sono: la riforma fiscale, la lotta all’evasione e i tagli alla spesa pubblica. Poi un appello a tutti i sindacati per "una grande Assise delle imprese e del lavoro" da convocare entro l'estate. E all’ amico Epifani dice: “Non vogliamo divisioni”.