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Le fattorie spaziali? Presto una realtà

In un convegno le proposte degli esperti cibo_spaziale_296

di Mario Papetti

Le fattorie nello spazio? Presto saranno una realtà. La colonizzazione dei pianeti, infatti, dipenderà dalla nostra capacità di provvedere regolarmente alle necessità metaboliche di un equipaggio (ossigeno, acqua e cibo) facendo ricorso il meno possibile al rifornimento dalla Terra. Gli "agricoltori spaziali" dovranno quindi adattarsi alla microgravità, alla variazione nella temperatura dell'ambiente, alla ridotta pressione atmosferica, all'elevato contenuto di carbonio volatile. Insomma l'agricoltura nello spazio deve essere misurata anche in funzione dell'energia disponibile, del limite dovuto al volume e alla massa dei sistemi di supporto vitale e deve condividere le risorse con l'equipaggio. Ma come? Le risposte le hanno date scenziati e tecnici al IV Workshop Internazionale "Agrospazio 2010-Agricoltura in ambiente controllato dalla Terra allo Spazio e ritorno" organizzato dalla Federlazio e patrocinato da Esa (Agenzia spaziale europea) e Asi (agenzia spaziale italiana) che si è svolto a Sperlonga (Lt) giovedì e venerdì acorso.

Obiettivo del convegno è stato, infatti, quello di percorrere virtualmente la strada che, dai sistemi più avanzati per la riproduzione del cibo sulla Terra, porterà alla definizione delle specifiche caratteristiche e dei requisiti che dovranno avere i futuri sistemi per la produzione di cibo nello spazio e, a ritroso, delineare le ricadute scentifiche e tecnologiche che la ricerca spaziale comporterà per il miglioramento delle conoscenze e delle tecnologie da applicare alle coltivazioni in ambiente protetto. Appunto dalla terra allo spazio e ritorno. Un progetto estramente ambizioso che coinvolge molte imprese del Lazio. In questa regione, infatti, è presente il Distretto tecnologico dell'Aerospazio con il supporto della Filas e dei ministeri dell'Economia e dell’istruzione. Il Distretto comprende 205 aziende,20 mila addetti e 5 miliardi di fatturato.

Gli studi in corso, è stato più volte ribadito negli interventi, dovrebbero anche contribuire a rendere la produzione di colture terrestri in ambienti controllati (camere di crescita e serre) più efficienti e, di conseguenza, rendere questi sistemi agricoli alternativi, economicamente più interessanti per la produzione. Nell’agosto del 2007, la missione dello Space Shuttle lanciò 10 milioni di semi di basilico cannella. Sedici rimasero nella Stazione spaziale internazionale per un esperimento in orbita. Obiettivo: quello di dimostrare la coltivazione di piante in un ambiente di microgravità utilizzando piccole camere in plastica. Esperimento che ha avuto successo. I semi sono infatti germogliati. La coltivazione di piante sulla Luna e Marte tecnicamente è dunque possibile.