Alpini caduti 'per l'Italia e per il mondo'

Così Monsignor Pelvi nell'omelia per i funerali solenni dei militari uccisi in Afghanistan. Presenti le alte cariche dello Stato. In chiesa anche il militare ferito a Herat. f

Era gremita la Basilica di Santa Maria degli Angeli, a Roma,per le esequie dei due alpini, Massimiliano Ramadù e Luigi Pascazio, uccisi lunedì scorso in Afghanistan in un attenato dinamitardo.

Un lungo applauso ha accompagnato l'uscita dei feretri, dopo la cerimonia, Presente, su una sedia a rotelle, Gianfranco Sciré, il militare sopravvissuto che ha voluto esserci comunqe. Oltre al presidente della Repubblica,Napolitano, e al premier Berlusconi,c'erano tra gli altri i presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, e il ministro della Difesa, La Russa. "Ringrazio per la vicinanza di tutti, istituzioni e cittadini, alle famiglie dei militari", ha detto.

Monsignor Pelvi: soldati caduti per gli altri
"Il sacrificio dei nostri militari non è vano, non solo per l'Afghanistan, ma anche per l'Italia e il mondo intero". E' uno dei passaggi dell'omelìa pronunciata da monsignor Pelvi, arcivescovo militare per l'Italia, ai funerali del sergente Ramadù e del caporal maggiore Pascazio.

"I nostri giovani nelle missioni di pa- ce danno dignità e democrazia. Ignorare il pericolo terrorista, non allontana la minaccia", ha aggiunto il prelato. "Il servizio reso dai nostri figli e da militari di altre nazioni resta un patrimonio che deve irrobustire la coscienza nazionale unitaria degli italiani", ha concluso mons. Pelvi.