Frena la produzione dei rifiuti urbani in Italia. Nel 2008 l'immondizia nelle nostre città si è fermata a 32,5 milioni di tonnellate. Era dal 1996 che non si registrava un segnale di arresto rispetto all'anno precedente, nel 2008 si registra una contrazione di -0,2% rispetto al 2007. Calano soprattutto nel Mezzogiorno di -2,2% tra il 2007 e il 2008, al Centro (-0,7% circa), mentre al Nord si registra un dato in controtendenza di una crescita di produzione pari all'1,5%. A rilevare la produzione dei rifiuti urbani in Italia è l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che ha diffuso oggi a Roma il Rapporto rifiuti urbani 2009.
I ricercatori dell'Ispra rilevano inoltre una contrazione nella produzione dei rifiuti pro capite. Nel 2008 infatti ogni cittadino italiano ha prodotto 541 chili di immondizia urbana, erano 546 chili per abitante nel 2007 e 550 chili per abitante nel 2006. "Il calo di produzione dei rifiuti urbani in Italia e' un segnale positivo e di disallineamento dagli anni precedenti in cui, nonostante il Pil crescesse poco, la produzione dei rifiuti aumentava lo stesso", commenta la responsabile del servizio rifiuti Ispra, Rosanna Laraia che oggi ha fotografato l'intero monitoraggio del ciclo di rifiuti nel nostro Paese. "L'arresto della crescita dei rifiuti - speiga Laraia - è il segnale positivo di best practices delle amministrazioni locali".
Per la responsabile del servizio rifiuti Ispra Laraia, inoltre, esempi dei best practices sono Friuli e Veneto" con una produzione pro capite bassa di rifiuti a fronte di un Pil più alto. In molti addirittura realizzano in casa il compostaggio". Nell'analisi dell'Ispra inoltre la diminuzione della produzione di rifiuti urbani in Italia può essere quindi legata a diversi fattori: si è rilevata negli anni, sottolineano i ricercatori, una correlazione più o meno evidente tra la produzione di rifiuti urbani e gli indicatori socio-economici come il Pil e la spesa delle famiglie.
Quest'ultima nel 2008, sottolineano gli esperti dell'Ispra, si è effettivamente ridotta dell'1% a causa della crisi economica ma, ribadisce Laraia "il calo e' anche un segnale di buona amministrazione locale, così come rileviamo anche una riduzione degli imballaggi dovuta ad una crescente distribuzione di prodotti a lattina come i detersivi e gli alimenti, in particolare il latte, oppure una crescita di shopper in tessuto e biodegradabili nei grandi centri commerciali, tutti segnali di interessamento del pubblico e del privato su una buona migliore gestione dei rifiuti nel nostro Paese".
Riguardo la contrazione della produzione di rifiuti pro capite gli esperti dell'Ispra sottolineano che il fenomeno in questo caso è anche legato "ad un aumento della popolazione residente, che ha di conseguenza fatto diminuire il valore pro capite di produzione dei rifiuti. Tra il 2006 e il 2008 i residenti di tutte le regioni italiane sono cresciuti di oltre 910 mila unità di cui oltre la metà, 550 mila, attribuibili al solo Nord".
A livello regionale i valori di produzione pro capite più elevati sono stati registrati dai ricercatori dell'Ispra in Toscana con oltre 686 chili per abitante per anno, seguita dall'Emilia Romagna con 680 chili per abitante per anno e l'Umbria con 613 chili per abitante per anno. Va sottolineato però che, spiegano gli esperti dell'Ispra che in Toscana ed Umbria si osserva un progressivo calo già a partire dal 2006 anno in cui la produzione pro capite si attestava, rispettivamente, a 704 chili per abitante per anno e 647 chili per abitante per anno. I valori di produzione pro capite più bassi d'Italia nel 2008 si registrano in quattro regioni del Sud: Basilicata (386 chili/abitante per anno), Molise (420 chili/abitante per anno), Calabria (459 chili/abitante per anno) e Campania (468 chili/abitante per anno).
Ampia la valutazione del comparto rifiuti urbani in Italia realizzata dai ricercatori dell'Ispra. Il rapporto, infatti, monitora anche la raccolta differenziata che vede il Nord superare l'obiettivo del 45% mentre il Centro e il Sud sono ancora troppo lontani (22,9% e 14,7%). In testa come migliore regione per raccolta differenziata c'è il Trentino Alto Adige con il 56,8% mentre alla Sardegna va la palma della migliore performance tra il 2007 e il 2008.
Anche le discariche sono state, inoltre, oggetto di monitoraggio da parte dell'Ispra che ne ha rilevate ancora troppe nel nostro Paese. L'Italia infatti, sottolinea il Rapporto è al 45%, oltre la media europea del 42%. La regione Lombardia ne è quasi priva con solo l'8% di discariche.
Ma quanto spendono in media gli italiani per i rifiuti urbani? Nel 2008, riferiscono i ricercatori dell'Ispra gli italiani hanno speso in media oltre 130 euro a persona per i rifiuti. Sempre nel 2008, infine, nel nostro Paese è stato superato il target europeo di riciclaggio e recupero degli imballaggi ma, avvertono i ricercatori dell'Ispra si è registrato un rallentamento nonostante i miglioramenti delle filiere carta e vetro.