di Federica Marino
Tutte le fiere di settore sono attente alla salute del cavallo e questa non fa eccezione, ma aggiunge ai consueti interventi veterinari alcune novità: sul versante equino, è stata organizzata una tavola rotonda dedicata all’omeopatia veterinaria: “Parliamone” è l’invito di Olosmedica a 200 anni dalla nascita di questa disciplina, ampiamente utilizzata dai medici degli animali, anche per la rarità dell’”effetto placebo” tra i poco suggestionabili pazienti. Ancora, fedele al proverbio “No foot, no horse”, un corso di podologia e mascalcia è aperto a quanti, magari proprietari di un cavallo, vogliono essere in grado di valutare se e quando chiamare il maniscalco per garantire all’amico quadrupede un corretto appoggio evitandogli il rischio di zoppie e fratture.
Ma il benessere è solo fisico? Forse un cavallo sano non è automaticamente un cavallo che sta bene e certamente il benessere di un cavallo va cercato lungo tutta la sua vita, indipendentemente dalla sua “destinazione d’uso”, allevamento alimentare o sport.
Ecco allora un talkshow che affronta la questione dei cavalli sportivi a fine carriera: come tutelare gli ex atleti ed evitare loro la parabola discendente in circuiti di gara via via più bassi e poi al macello? Per offrire a questi animali una “seconda vita” è stata depositata una proposta di legge – oltre trenta i firmatari su tutto l’arco parlamentare – che si propone di tutelare i cavalli anche riconoscendoli come animali da affezione, proprio in virtù degli oltre cinquemila anni di storia che uomo e cavallo condividono.
C’è qualcosa nel fisico del cavallo che fa bene allo spirito dell’uomo: lo ha detto Winston Churchill e la Fiera lo fa suo, allargando il campo di studio al benessere umano, in quella pratica ormai nota come ippoterapia. In Italia si fa da trent’anni, ma ancora manca una legge che la regolamenti e ne fissi i criteri e gli ambiti. Molte le realtà che sono cresciute nel tempo e per la proposta, mentre l’intervento si è allargato aggiungendo alla cura la prevenzione. A RomaCavalli il punto della situazione è nella tavola rotonda Il cavallo oltre lo sport, che affronta diversi temi di peso: quale cavallo impiegare nell’ippoterapia? Quali i servizi da offrire agli utenti umani? Quali gli sbocchi professionali per gli operatori del settore? E ancora: mercato e sociale sono in contrasto, etica e profitto possono convivere?
Alcune risposte sono nei nomi degli organizzatori: Etika, che si occupa di social management e cura progetti ad alto livello di integrazione, soprattutto nel campo equestre, e L’Auriga, una onlus romana da quasi 20 anni impegnata nelle attività equestri integrate grazie a un’équipe interdisciplinare composta da professionisti sociosanitari ed equestri. Con loro AIPATA, l’associazione professionale del settore.
Dalla discussione e dalle esperienze proposte emergono sul versante umano due punti chiave: l’importanza di un approccio globale e interdisciplinare che guardi al disabile nel suo ambiente e lo veda persona prima che paziente, e la necessità per gli operatori di una formazione adeguata attraverso percorsi chiari.
E il cavallo? Torna al galoppo e gli esperti a convegno non hanno dubbi: le proprietà terapeutiche risiedono tanto nella sua fisicità forte e cullante quanto nell’essenza animale e ancora di più nella relazione che nei secoli si è costruita fra le due specie. Diverso dall’uomo ma non estraneo e mai inferiore, il cavallo insegna all’uomo il valore di uno sguardo che accoglie senza pregiudizi e che misura giorno per giorno quello che vede: una lezione di tolleranza che può diventare integrazione, se mediata nel rispetto delle reciproche differenze.