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Aula del Simonino

 

E’ stata inaugurata a Trento l’Aula del Simonino, finora nota come Cappella del Simonino, situata all’interno di Palazzo Bortolazzi Larcher Fogazzaro, in Via del Simonino, nel centro storico di Trento. L’apertura al pubblico ha i seguenti orari  mercoledì - domenica, dalle 10 alle 18, sito.

 

I lavori di restauro sono stati realizzati dapprima sulla facciata del Palazzo, scoprendone le finestre quattrocentesche e restituendo colore e leggibilità alle figure e alle iscrizioni dipinte nel Settecento; poi anche all’interno, dove si conservano ben più ampi coevi affreschi, e nello spazio absidale, tra due piccole stanze con funzione di sacrestia, dov’è l’originario altare, con decorazioni architettoniche e scultoree in marmi policromi di stile barocco. L’interno è stato anche riallestito per realizzare un progetto di valorizzazione culturale inedito e originale, che consiste in un “racconto sonoro” dedicato alla vicenda del piccolo Simone da Trento.

 

Qui, infatti, dov’era la sua casa natale – come chiarisce l’iscrizione in facciata -, si trovava nel Settecento, e probabilmente ancor prima, la “Cappella del Simonino”, cioè Simone Lomferdorm, un bambino di poco più di due anni, trovato morto il 24 marzo del 1475 nel fossato di una casa lungo l’Adige.

 

La riapertura di questo luogo ha una nuova funzione: educare i cittadini di oggi e soprattutto di domani, cioè i giovani delle scuole, cui è primariamente destinato. Ecco perché si chiama “Aula” del Simonino: perché vuole essere come un’aula scolastica, ma fuori dalla scuola; uno spazio aperto e disponibile agli insegnanti delle scuole di tutto il Trentino e non solo, perché trovino, a partire dall’ascolto di questo racconto,  l’occasione di far riflettere, confrontare e discutere i ragazzi su temi ancora, e in particolare di questi tempi, di assoluta attualità: dall’intolleranza religiosa, che ancora causa guerre, vicine e lontane, al potere micidiale e distruttivo che hanno pregiudizi e falsità nel seminare odio, che si esprime ancora sul campo di battaglia, ma anche più semplicemente sul web, nella violenza contro l’altro, solo perché sconosciuto o diverso. La cultura è l’antidoto, ovvero la conoscenza della verità, della storia e dell’altro attraverso i luoghi del patrimonio culturale dell’Italia che custodiscono storie suggestive e significative: istruttive come questa.