Nasce Onfoods, un nuovo modello di ricerca e innovazione per i sistemi alimentari del futuro
È nato Onfoods, progetto costituito da eccellenze pubbliche e private a supporto del sistema agroalimentare che prevede ricerca industriale e sviluppo sperimentale. La missione degli scienziati impegnati nel progetto è generare un impatto tangibile sul benessere e sulla salute delle comunità e preservare il pianeta, garantendo a tutti l’accesso a una adeguata nutrizione.
Collaborano a Onfoods 600 ricercatori di 26 università, centri di ricerca e imprese del settore food per migliorare il futuro degli alimenti e della nutrizione umana. Lo scopo è realizzare un impatto tangibile, se non di rottura, sulla sostenibilità dei food system, ma anche sulla salute e il benessere delle persone e del pianeta.
Onfoods è il più grande progetto di ricerca collettivo sugli alimenti mai realizzato in Italia. Ed è uno dei 14 partenariati finanziati dal PNRR per dare una spinta senza precedenti all'interazione pubblico/privato nell’area della ricerca fondamentale sui grandi problemi del nostro tempo. Agisce come un hub di coordinamento per sette grandi gruppi di lavoro tematici sugli aspetti cruciali del sistema alimentare.
Ogni gruppo Onfoods collabora per raggiungere obiettivi comuni, come la sostenibilità della produzione di cibo, abitudini alimentari più sane e sostenibili, la riduzione e il riuso dei rifiuti alimentari, ma anche la formulazione di alimenti e diete di qualità e la riduzione delle disuguaglianze di accesso al cibo.
Onfoods è un progetto guidato da una vision di collaborazione radicale tra le discipline, ma anche tra imprese, università ed enti di ricerca. Questo perché, come già indicato ormai da 15 anni dall’Agenda 2030, le sfide della sostenibilità si possono affrontare solo attraverso un approccio sistemico e interdisciplinare alla ricerca.
Con spoke 6 i ricercatori italiani studiano come sconfiggere la malnutrizione
Si riuniscono il 6 ottobre alla Università di Roma, LaSapienza, ricercatori provenienti da università e centri di ricerca italiani riuniti nel progetto Spoke 6 Tackle Malnutrition per elaborare progetti mira a “ripristinare la resilienza e sconfiggere la malnutrizione” attraverso lo sviluppo di strategie nutrizionali per individui e gruppi vulnerabili.
Tra gli enti scientifici coinvolti in Spoke 6 Tackle Malnutrition vi è l’Università di Pavia, che fa da Spoke Leader, e gli affiliati: l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRFMN, il CNR, le Università di Milano Bicocca, Federico II (Napoli), Aldo Moro (Bari), e La Sapienza di Roma. Lo spoke multidisciplinare vede protagonisti 64 ricercatori e 22 progetti, si muove seguendo l’obiettivo comune di garantire un'alimentazione adeguata e a limitare l'insorgenza di situazioni di malnutrizione che finirebbero per ridurre la resilienza e peggiorare le condizioni di fragilità. Il progetto comprende la ricerca fondamentale, l’educazione nelle comunità, interventi nutrizionali diretti e le valutazioni a valle. Ogni ente contribuisce con i propri expertise, costituendo un quadro multidisciplinare che spazia dalla medicina, alla chimica, alla biologia, alla bioingegneria informatica per finire con la pedagogia e la sociologia.
Nell’iniziativa del 6 ottobre a La sapienza, Spoke 6 Tackle Malnutrition, sarà dedicato alla condivisione degli obiettivi raggiunti e dei prossimi passi fino alla fine del finanziamento e del raggiungimento degli obiettivi. L’evento è l’occasione riunire i principal investigator e i ricercatori distribuiti nel territorio italiano per condividere il lavoro svolto e rafforzare la rete tra le varie entità coinvolte. I lavori consistono nelle presentazioni degli Early Career Scientist (ECS), i lavori dei ricercatori più giovani, a Tempo determinato di tipo A, Assegnisti di Ricerca, Dottorandi di ricerca, Tecnologi e borsisti. Infine la relazione sulle attività svolte nell'ambito del Programma di Mentorship, organizzate dagli ECS, nella formazione tramite corsi e seminari, nella divulgazione scientifica e in visite nei centri di ricerca.
Onfoods: il caffè sempre più buono e salutare
Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo. Gli scienziati che hanno studiato gli effetti del consumo di caffè riferiscono che la bevanda, consumata con moderazione, può avere impatto positivo sulla salute cardiovascolare, ridurre il rischio di insorgenza del diabete mellito di tipo 2 e di alcuni tumori, e migliorare le performance cognitive.
Questi effetti sono attribuiti a quelli che vengono definiti "composti bioattivi", ovvero sostanze presenti nei chicchi e nelle bevande di caffè, e che vengono assorbite dal nostro organismo. Tra queste sostanze ci sono la caffeina, e altri composti azotati, e i composti fenolici, tra i quali i principali risultano essere gli acidi caffeoilchinici.
Il progetto Nutricoffee si propone di valutare come la modalità di preparazione di un caffè, utilizzando una macchina disponibile in commercio, possa impattare sul profilo e sul contenuto dei composti bioattivi, a seconda delle diverse impostazioni applicate. Per raggiungere questo obiettivo, sono state scelte un totale di 186 diverse possibili combinazioni per preparare il caffè.
Sono state selezionate inoltre differenti modalità di erogazione (ad esempio: espresso, lungo, estratto a freddo, ecc.) e variato le quantità di polveri utilizzate, i volumi erogati, la temperatura di estrazione e, da ultimo, anche la tipologia di caffè utilizzato. Dopo averle preparate, le bevande, sono state analizzate con la cromatografia liquida e la spettrometria di massa.
Con tale tecnica che identifica e quantifica le molecole presenti, sono state confrontate le differenze che le diverse modalità di preparazione possono generare nel contenuto di composti potenzialmente benefici per la salute dell’uomo. Parte delle attività sono state dedicate anche alla caratterizzazione dei solidi totali disciolti (TDS) del caffè, utilizzando un rifrattometro.
Il parametro TDS è legato al gusto e all’intensità del caffè, e ne influenza le caratteristiche sensoriali e la percezione. Un TDS basso può risultare in un caffè poco intenso, privo di sapore, mentre un TDS alto evidenzia un caffè più forte con note più amare. I risultati del progetto verranno presi in considerazione anche nel contesto di un altro progetto di ricerca: OBI-WAN-DIET.
OBI-WAN-DIET delinea una dieta personalizzata ricca di composti fenolici potenzialmente bioattivi nel contesto della salute cardiometabolica. Entrambi i progetti, Nutricoffeee ed OBI-WAN-DIET, si inseriscono all’interno del progetto “ON Foods - Research and innovation network on food and nutrition Sustainability, Safety and Security – Working ON Foods”.
OnFoods è coordinato dall’Università di Parma, finanziato dal PNRR Partenariati estesi alle università, ai centri di ricerca, alle aziende per il finanziamento di progetti di ricerca di base, finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma NextGenerationEU, e che coinvolge istituzioni pubbliche e private con lo scopo di raggiungere obiettivi comuni nel contesto dello sviluppo sostenibile e della nutrizione.
In collaborazione con Onfoods
Onfoods: la distribuzione di alimenti, un'opportunità per il Pianeta
Il partenariato esteso OnFoods sostiene 28 progetti di ricerca focalizzati sulla sostenibilità alimentare dalla produzione alla distribuzione. Opera nell'ambito del PNRR, coinvolge università, centri di ricerca e aziende impegnate nella ricerca scientifica e nell'innovazione sostenibile nel campo dei sistemi alimentari, all'interno del suo Spoke 1 "Sostenibilità Globale".
In particolare, tra le iniziative che sta conducendo OnFoods si colloca anche "PPP-URB" (Public and Private Procurement in Urban Areas), progetto che ha lo scopo di migliorare la qualità, la varietà e l'accessibilità degli alimenti per la nutrizione umana nelle mense pubbliche e private, con un focus sul contesto universitario.
Al progetto stanno collaborando attivamente Il Politecnico di Milano e le Università di Parma, Milano, Roma, Napoli, Bari e Catania, con l'obiettivo di favorire sistemi di approvvigionamento sostenibili nei campus universitari, promuovendo la collaborazione tra piccoli produttori agricoli, sistemi di produzione alternativa e i consumatori.
L'obiettivo di PPP-URB è quello di sviluppare scenari e soluzioni che affrontino in modo multidisciplinare la sostenibilità e la sicurezza alimentare e nutrizionale, concentrandosi su sistemi alimentari alternativi che possano aiutare a ridisegnare la catena alimentare in modo più sostenibile, valorizzando i prodotti locali e integrando strategie di approvvigionamento alimentare sia pubbliche che private.
Il progetto approfondisce le dinamiche presenti e future all'interno dei campus universitari visti come piccole unità territoriali all'interno di quartieri e città, partendo dalla valutazione del potenziale di reti alimentari alternative che possono agire in sistemi di distribuzione innovativi per promuovere la sostenibilità ambientale.
Le reti alimentari al centro del progetto Onfoods sono concepite come nodi interconnessi di fornitori di servizi integrati con sistemi di distribuzione, favorendo la transizione sistemica di quartieri urbani e aree periurbane delle città. Per questo PPP_URB si impegna a sperimentare modelli per ottimizzare l'intero sistema di approvvigionamento.
Tra gli obiettivi del progetto PPP_URB, anche ridurre e gestire gli sprechi attraverso la revisione dei regolamenti sulle eccedenze e l'implementazione di sistemi tecnologici per la raccolta dati. Inoltre, mira a ristrutturare il servizio e coinvolgere attivamente gli attori universitari nella definizione dei criteri di distribuzione degli incentivi, trasformandoli da semplici beneficiari a veri partner nel processo decisionale.