Nell’Italia degli anni 80, Nino La Rocca è un ragazzo venuto dall’Africa a cercare il suo riscatto tramite il pugilato. Oggi è un uomo che vive isolato, tra preghiere e insegnamento, nella periferia di Roma.
In onda lunedì 13 Novembre in seconda serata su Rai3
Il documentario racconta l’ascesa, le sfide, la caduta e le rivincite di Cheid Tijani Sidibe, in arte Nino La Rocca, campione europeo dei pesi Welter nel 1989. Figlio di un malese e di una siciliana, Nino La Rocca passa una vita a lottare per mangiare, per sopravvivere, per i suoi diritti e per ottenere la cittadinanza italiana.
Nino La Rocca, nato in Mauritania, cresce in Marocco, da adolescente passa repentinamente alla vita di strada a Parigi, a quella delle stelle, una volta arrivato in Italia. In poco tempo diventa uno dei pugili più amati dal pubblico, ma allo stesso tempo anche uno dei più contestati, a tal punto che il suo stesso talento viene messo in discussione, nonostante abbia perso solo 6 incontri su 80.
Negli anni ’80 è continuamente ospite d’onore in trasmissioni televisive in prima serata condotte da personaggi storici quali Raffaella Carrà e programmi di punta quali Domenica Sportiva e Blitz. Il suo carisma sul ring è altrettanto apprezzato nei salotti televisivi.
Il documentario ripercorre i momenti salienti della vita personale e professionale di Nino La Rocca grazie ad una ricostruzione realizzata attraverso la testimonianza dello stesso Nino, ad interviste a diversi pugili a lui vicini, a promoter pugilistici, a giornalisti sportivi e alle straordinarie immagini di repertorio di trasmissioni dove veniva invitato in quanto star amatissima dal pubblico. Il documentario racconta e mostra i match e le telecronache incentrate sui quattro fondamentali combattimenti della sua carriera. Nel 1983 vince la semifinale dei mondiali contro Bobby Joe Young, nel 1984 perde contro il grande Donald Curry e non vince l’Europeo contro Gilles Elbilia, nel 1989 rimonta vincendo il titolo europeo contro Kirkland Laing e chiude la sua carriera.
La storia di Nino, costellata di sfide, di k.o. inflitti sul ring ed incassati nella vita, di una forte dedizione alla fede, assurge ad universale racconto attraverso la metafora della boxe, in cui ogni individuo porta avanti una sfida personale, fino all’ultimo match, cercando di rimanere in piedi o di rialzarsi davanti alle difficoltà.