Si celebra dal 1947 il Festival di Edimburgo, una grande manifestazione mondiale, nel mese di agosto. È un evento che costituisce una celebrazione delle arti dello spettacolo, danza, film, musica, opera, conferenze e teatro. Ed è un punto incontro annuale per i popoli di tutte le nazioni, dove si presentano alcuni dei migliori interpreti ed ensemble. Nasce attraverso l’annuale lavoro di ricerca degli artisti più entusiasmanti e creativi con i quali costruire collaborazioni uniche, anteprime mondiali, nuove interpretazioni di opere classiche, produzioni acclamate dalla critica.
Nel corso degli anni sono passati a Edimburgo Maria Callas e Ian McKellen, Yehudi Menuhin e Margot Fonteyn, Pavarotti e Nicola Benedetti, attuale direttore del Festival. È dislocato in 17 sedi, tra cui il King’s Theatre, l’Usher Hall, e la The Queen’s Hall/Edinburgh College of Art. Il concerto d’apertura, il 5 agosto, Buddha Passion, Tan Dun dirige la Royal Scottish National Orchestra e l’Edinburgh Festival Chorus, la storia di un’illuminazione di un piccolo principe che diventa Buddha. E poi Cécilie McLorin Savant in Ogresse, un viaggio musicale tra miti e canzoni.
E ancora, la nuova versione del classico spagnolo La vita è un sogno della compagnia teatrale internazionale Cheek by Jowl, Le Troiane di Euripide in una reinvenzione con 25 cantanti, attori e musicisti in una produzione della National Changgeuk Company of Korea, Simon Rattle e la London Simphony Orchestra in Turangalîla Symphony di Messiaen, Cibo, una performance di un regista surreale come Geoff Sobelle che è anche una meditazione su come e perché mangiamo, La Sagra della Primavera nella coreografia di Pina Baush e Common Ground eseguiti da ballerini provenienti da tutta l’Africa.