Anniversari


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I tre spari che cambiarono la storia

50 anni fa l'omicidio di J.F. Kennedy

Era il 22 novembre del 1963 quando a Dallas vennero esplosi i tre colpi che cambiarono la storia. Il 35mo presidente degli Stati Uniti, John Fitzgerald Kennedy, che nei sondaggi risulta ancora quello piu' amato dagli americani, fu colpito alla testa mentre stava sfilando per le vie della citta' texana alle 12.30 ora locale. Morì mezz'ora dopo presso il Parkland Memorial Hospital.

Al momento dell'attentato, il presidente viaggiava con la moglie Jaqueline, il governatore John Connally (che rimase ferito gravemente) e sua moglie Nellie, a bordo della limousine presidenziale, una Lincoln Continental del 1961. Kennedy era giunto all'aeroporto di Dallas a bordo dell'Air Force One e da li' si era mosso il corteo presidenziale diretto verso il centro della citta'. La limousine rallento' in prossimita' della curva tra la Houston Street e la Elm Street e mentre il Presidente ed il Governatore salutavano la folla, diversi colpi di fucile furono esplosi in direzione della vettura. La maggior parte dei testimoni riferi' di avere udito tre spari.

La polizia fermo' quasi subito il colpevole, Lee Harvey Oswald, un impiegato della Texas School Book Depository in Dealey Plaza, dalle finestre della quale erano partiti i colpi. Oswald venne interrogato per 18 ore, disse di essere un ''capro espiatorio'' e subito dopo qualcuno gli chiuse la bocca per sempre. Uno strano personaggio, un proprietario di night-club che di li' a poco sarebbe morto di cancro, Jack Ruby, gli sparo' all'addome mentre veniva portato via dalla polizia, dando il via alle numerosissime teorie sul vero mandante dell'assassinio di Kennedy.

L'evento segno' anche la storia delle televisione, che per la prima volta segui' un fatto con una diretta no-stop che duro' quattro giorni, durante i quali nessuna emittente trasmise programmi di intrattenimento. La piu' lunga sequenza di notizie di sempre, che non e' stata battuta neanche dagli attentati alle Torri Gemelle e a Washington dell'11 settembre del 2001, quando i network andarono in diretta per 72 ore.

Nel cinquantesimo anniversario dell'assassinio, la maggioranza degli americani (61%) ritiene ancora che il killer Lee Harvey Oswald non abbia agito da solo. Una percentuale che tuttavia e' la piu' bassa di sempre. Secondo un sondaggio pubblicato nei giorni scorsi da Gallup, il 13% delle persone ritiene che nell'omicidio ci sia lo zampino della mafia, qualcuno accusa la Cia, qualcuno il leader cubano Fidel Castro, molti non sanno che dire. Ma quasi un americano su tre e' convinto che il controverso rapporto della Commissione Warren avesse centrato la questione, indicando in Oswald l'unico vero autore.

A rilanciare i dubbi e' stato nei giorni scorsi addirittura il segretario di Stato John Kerry, che parlando in un'intervista alla NBC aveva avanzato ''seri interrogativi'' sul fatto che Oswald potesse aver fatto tutto da solo. ''Ho seri dubbi che Oswald abbia agito da solo. Ho certamente seri dubbi che si sia motivato da solo. Non sono sicuro che abbia avuto complici, non arrivo a credere che ci sia stato un secondo sparatore, ma ho seri dubbi sul fatto che si sia detto tutto sul periodo e sulle influenze subite da Oswald a Cuba e in Russia''. Il killer era stato ucciso solo due giorni dopo l'assassinio del Presidente, il 24 novembre del 1963, da un uomo, Jack Ruby, proprietario di un night club a Dallas e notoriamente legato agli ambienti mafiosi, che disse di aver agito per motivi patriottici, volendo vendicare la morte di Kennedy. La Commissione Warren, istituita dal presidente che prese il posto di JFK, Lyndon Johnson, e presieduta dal presidente della Suprema Corte, Earl Warren, elaboro' la cosiddetta ''lone gunman theory'' (teoria del pistolero solitario), sostenendo che per uccidere Kennedy erano stati sparati solamente tre colpi, tutti esplosi da Oswald da una finestra del magazzino di libri che si trovava lungo il tragitto della macchina presidenziale. Le conclusioni della Commissione, che ha segretato le carte per oltre settant'anni, vennero subito messe in discussione da piu' fronti, come quello del filosofo Bertrand Russel, che pubblicò un articolo (''16 Questions on the Assassination'') gia' nel 1964 sottolineando le incongruenze di un rapporto che era stato istituito da un organismo composto di sole persone vicine al Governo Federale degli Stati Uniti.

Già nel 1978 l'House of Representatives Select Committee on Assassinations (Commissione scelta della Camera dei Deputati sui casi di assassinio), istituita nel 1976 per indagare sull'omicidio di Jfk e di Martin Luther King, concluse che Oswald sparo' tre colpi, mentre uno sconosciuto ne sparo' un altro che manco' il bersaglio da una postazione vicino all'angolo dello steccato che era sul lato destro della strada, nel prato della Dealey Plaza. Anche l'Assassination Records Review Board, creato nel 1992 in base al JFK Records Act (la legge che aveva lo scopo di raccogliere e conservare i documenti collegati con l'omicidio), nel suo rapporto finale evidenzio' che ''molto prima del 1978, il Presidente Johnson, Robert Kennedy e quattro dei sette membri della Commissione Warren in qualche modo esposero, anche se talvolta solo ufficiosamente, il loro scetticismo riguardo alle conclusioni base della Commissione''.