Festival del Film di Roma


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McConaughey e Leto da Oscar

Il dramma dell’Aids in Dallas Buyers Club festival_roma296

di Juana San Emeterio

Al Festival del Film di Roma inizia il concorso con “Dallas Buyers Club” del canadese Jean-Marc Vallée, “Manto Acuífero” del messicano Michael Rowe e il turco “Ben o Değilim” (I Am Not Him) di Tayfun Pirselimoğlu. Fuori Concorso l’italiano, personale e intimo “La luna di Torino” di Davide Ferrario sull’attuale situazione di crisi e lo spagnolo “Las Brujas de Zugarramurdi”, il nuovo film di Álex de la Iglesia.

Oltre all’omaggio a Giuliano Gemma, il documentario su Fellini di Antonello Sarno “Federico degli spiriti”. Per Alice, “Belle et Sébastien” di Nicolas Vanier con un red carpet che si tinge di bianco con la pioggia di fiocchi di neve che accolgono un pastore dei Pirenei. Il Festival poi torna a proporre gli incontri fra attori e registi e il pubblico: primo protagonista della serie è l’inglese John Hurt.
Applauditissimo il drammatico “Dallas Buyers Club”, l'ultimo lavoro del regista e sceneggiatore canadese Jean-Marc Vallée con Matthew McConaughey,  protagonista del film accanto a Jared Leto e Jennifer Garner. Ispirato alla storia vera di un elettricista texano cui nel 1985 vengono dati soli trenta giorni di vita perché malato di Aids, il film racconta i sette anni di una sopravvivenza resa possibile grazie alle cure alternative che sperimentò. Il protagonista Ron Woodroof (Matthew McConaughey) conduce una vita di eccessi, (alcol, droga, donne e rodei) fino al giorno in cui finisce in ospedale per un incidente sul lavoro e scopre di essere affetto da HIV. Inizia così
 la sua lotta personale per trovare una cura. Invece di entrare nella sperimentazione di un nuovo farmaco spinto dalle case farmaceutiche, trova una cura alternativa in Messico e inizia a portare queste medicine in modo illegale in America, dove le vende ai malati restituendo una speranza a tante persone. Ad aiutarlo un altro malato, un trans, con il quale, dopo tante resistenze, stabilisce un rapporto affettivo. Nella sua lotta è aiutato anche da una giovane dottoressa (Jennifer Garner) che non approva con convinzione le cure ufficiali. Una pellicola bella e intensa che consacra McConaughey come un grande attore. Da Oscar la sua straordinaria interpretazione, per la quale si è trasformato fisicamente (ha perso tantissimi chili) per calarsi nel ruolo di Ron Woodrof. L’attore americano riesce a dare corpo con forza al texano duro e ignorante che deve affrontare la malattia e rende con efficacia la trasformazione personale del suo rapporto con gli altri e con quelli che da sempre considerava diversi. In particolare con il transessuale Rayon detta Ronnie interpretato dall’altrettanto bravissimo Jaret Ledo, unico attore del film presente al red carpet con il suo gruppo Thirty Seconds to Mars, la band che ha venduto oltre dieci milioni di album in tutto il mondo. Vanity Fair assegna al film il Vanity Fair International Award for Cinematic Excellence.

Sempre in gara “Manto Acuifero” di Michael Rowe, uno dei registi dell'avanguardia del cinema messicano contemporaneo, secondo film della "Trilogia della Solitudine". Il film si sofferma sulle difficoltà di Caro, una bambina di otto anni alle prese con il divorzio dei genitori e il nuovo rapporto con la madre. La bimba si rifugia in un giardino selvaggio dove riesce a ritagliare il suo spazio segreto. In concorso anche il turco “Ben o degilim” di Tayfun Pirselimoglu. Un dramma sul tema dell’identità: un uomo e una donna che lavorano in un ristorante di Istanbul s’incontrano. Lei è attratta da lui perché somiglia al marito in prigione. Quando lui si accorge di questo la relazione si complica.

All’Auditorium è intervenuto il ministro di beni culturali e turismo Massimo Bray alla Conferenza nazionale del cinema. Il ministro ha affermato che ''dobbiamo tornare a essere protagonisti. come industria culturale, che è generatrice di nuova cultura e ricchezza, e di una nuova capacità di ricostituire gli interessi locali e nazionali, da difendere con forza e coraggio''. Secondo Bray, intenzionato a tenere aperto il dialogo con gli operatori di settore, ''l'intervento pubblico non deve più porsi come dativo ma pienamente interattivo per lo sviluppo del comparto. Nuove formule di produzione stanno nascendo ma sta a noi capire come utilizzarle''. Il ministro ha posto l’accento che ''bisogna guardare senza snobismo agli stimoli dall'estero''. Nuovi modi di diffusione del cinema in Gran Bretagna e Usa ''mostrano come la crisi delle sale possa essere superata anche grazie all'interazione con la sala virtuale''.