di Rodolfo Ruocco
Serve “un mezzo miracolo” per dare più senso alla manovra economica del governo. Guglielmo Epifani, in una intervista a ‘La Stampa’, dà il senso delle gravi difficoltà nelle quali naviga il governo Letta. Il segretario del Pd parla in particolare della necessità di cambiare il disegno di legge di Stabilità economica all’esame del Senato. Ha chiesto “più giustizia sociale” e “più investimenti” per sostenere l’economia e combattere la disoccupazione, Per stimolare la crescita economica nel 2014 ha indicato la necessità di destinare “2,5 miliardi in più di euro” agli investimenti.
Il PdL è molto più duro. Ha accusato: ci sono troppe tasse. Renato Brunetta, capogruppo alla Camera, ha lamentato: “manca” la parte sviluppo nella legge di Stabilità, si sta spostando “l’asse dell’esecutivo a sinistra”, Letta faccia “amaramente autocritica”.
Il presidente del Consiglio contesta l’accusa di un aumento delle tasse: per il governo le imposte per cittadini e imprese caleranno nel 2014 di oltre un miliardo di euro. È disponibile ad effettuare miglioramenti in Parlamento, ma difende la necessità di rispettare gli impegni presi verso l’Unione europea di contenere il deficit pubblico. Per il ministero di larghe intese è scattato di nuovo l’allarme rosso, è tornato a profilarsi il rischio crisi. Il presidente del Consiglio a novembre deve evitare 4 “mine” in Parlamento. Oltre alla manovra economica, ci sono altri tre passaggi difficili da superare: il caso Cancellieri-Ligresti; la riforma elettorale, il voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. In più c’è da fare i conti con le fibrillazioni interne di PdL, Pd e Scelta Civica, le tre formazioni che compongono l’esecutivo di grande coalizione. Nel PdL lo scontro tra “falchi” e “colombe” è sempre aperto (Angelino Alfano è strattonato tra Berlusconi e l’ala governativa del partito). Il Pd è lacerato dalla lotta congressuale per la segreteria e Matteo Renzi è ad un passo dalla conquista della leadership. Scelta Civica è sbandata: dopo le dimissioni di Mario Monti dalla presidenza rischia la frammentazione.
Letta è in allerta ed avrà molto da fare per schivare una scivolata del governo in Parlamento. Giorgia canta: “C’è da fare, c’è da fare, c’è sempre qualcosa da cambiare…C’è da fare, c’è qualcosa d’importante da fare”.