Temperature fino a 4,8 gradi in più di oggi, ondate di calore sempre più frequenti e lunghe, ghiacciai che via via si sciolgono facendo alzare il livello dei mari sino a 82 centimetri. Gli esperti del Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc) confermano i rischi che corre il pianeta per colpa soprattutto dei gas serra e lo fanno con migliaia di dati scientifici alla mano. Quattro gli scenari che sono stati indicati dagli esperti in relazione alla quantità di CO2 nell'atmosfera.
TEMPERATURA. Ciascuno degli ultimi tre decenni è stato via via sempre più caldo rispetto a qualsiasi altro dal 1850. Nell'emisfero settentrionale, il periodo fra il 1983 e il 2012 è stato il più caldo degli ultimi 1.400 anni. La temperatura media del Pianeta è aumentata di 0,89 gradi rispetto all'inizio del 19/o secolo e dovrebbe crescere dello 0,3 gradi a 4,8 entro il 2100, a seconda delle emissioni di gas a effetto serra. L'obiettivo della comunità internazionale è contenere il riscaldamento globale al di sotto di 2 gradi rispetto al periodo pre-industriale. Nel medio termine, fra il 2046 e il 2065, il riscaldamento dovrebbe essere fra 0,4 e 2,6 gradi a seconda della scenari. Gli scienziati stimano che per limitare il riscaldamento entro 2 gradi la quantità di CO2 immessa dall'uomo nell'atmosfera non deve superare 1000 gigatonnellate, ma ne è stata rilasciata già più di metà del totale (531).
MARI. Il riscaldamento della superficie (considerata fino a 75 metri di profondità) è stato in media di 0,11 gradi per decennio fra il 1971 e il 2010. Negli ultimi due decenni (1993-2010) c'è stata un'accelerazione dell'innalzamento del livello del mare di 3,2 millimetri all'anno rispetto a 1,7 mm all'anno fra il 1901 e il 2010. Mentre nel 2007 (nel precedente rapporto dell'Ipcc), era stato previsto un innalzamento fra 18 e 59 centimetri entro il 2100, l'attuale rapporto indica un livello da 26 a 82 centimetri entro fine secolo (2081-2100) rispetto alla media 1986-2005. La previsione fra il 2046 e il 2065 è di un innalzamento del livello fra i 22 e i 38 centimetri. L'oceano ha assorbito circa il 30% delle emissioni CO2 provocandone l'acidificazione.
GHIACCI. Fra il 1979 e il 2012, il ghiaccio del mare Artico è diminuito a un tasso medio fra 3,5% e 4,1% per decennio. E' molto probabile che questo trend continuerà nel XXI secolo. Nello scenario più ottimistico, cioè con un riscaldamento contenuto tra 0,3 e 1,7 gradi entro la fine del secolo, potremmo vedere l'Artico senza ghiaccio già prima della metà del secolo.
BIOSSIDO DI CARBONIO. L'anidride carbonica (CO2) è fra i gas serra il principale responsabile del cambiamento in atto. La sua concentrazione nell'atmosfera - cresciuta dal 1750 a causa dell'attività umana - è aumentata oltre il 20% rispetto al 1958 e di circa il 40% dal 1750 soprattutto per le emissioni di combustibili fossili.