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Da Stipel a Madrid, la storia in pillole

Nasce nel 1925, la privatizzazione nel 1997 telecom_296

C'era una volta la Stipel, ora c'è Telefonica. Nel mezzo la privatizzazione e, negli ultimi anni, una serie di passaggi di mano che hanno lasciato un gruppo dimagrito sul lato delle partecipazioni e più pesante per il debito.

La storia di Telecom Italia affonda le radici nel Ventennio, quando nel 1925 nasce la Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda. Insieme ad altre quattro società, che coprono altrettante zone della Penisola, porterà per quasi 40 anni il telefono agli italiani. Dalla loro unione nel 1964 vede la luce la Sip che trent'anni dopo diventerà Telecom Italia.

Nel 1997 parte la privatizzazione. Con Guido Rossi presidente del gruppo, viene ceduto al mercato il 35% e si forma un 'nocciolo duro', guidato dagli Agnelli, che controlla l'azienda con poco più del 6% del capitale. Nel 1999 con 'la madre di tutte le Opa', Roberto Colaninno e la cordata bresciana di Emilio Gnutti conquistano la maggioranza.

Ma dura poco. Bell, holding lussemburghese guidata dall'attuale numero uno di Alitalia, nel 2001 vende alla Pirelli di Marco Tronchetti Provera e ai Benetton. Il controllo passa così a Olimpia cui partecipano anche Intesa e Unicredit.

Nel 2007 Mediobanca, Generali, Intesa Sanpaolo, Sintonia (Benetton) e Telefonica si fanno avanti con una nuova holding, Telco, e salvano l'italianità minacciata dalle offerte arrivate a Olimpia dall'americana At&T e da America Movil di Carlos Slim. La storia corre e arriviamo a oggi con il disimpegno dei soci italiani (i Benetton hanno già mollato nel 2009) e gli spagnoli a prendere il controllo.