di Maurizio Righetti
Tra le manifestazioni insolite e tradizionali che rendono famosa l’Italia nel mondo, specie dagli ultimi anni, ci sono Le infiorate di Spello che sui svolgono ogni anno nella cittadina umbra in occasione della festività del Corpus Domini (nona domenica dopo la Pasqua). Gli infioratori lavorano un'intera notte per realizzare tappeti e quadri floreali che si snodano per le vie del centro storico del caratteristico borgo destinati ad onorare il passaggio del Corpo di Cristo, portato in processione dal vescovo la domenica mattina. Il risultato è un percorso di circa 1,5 km caratterizzato dall'alternarsi di oltre sessanta diverse infiorate.
Storia
L'usanza di onorare la divinità con lanci di materiale floreale o realizzazione a terra di composizioni floreali si perde nella notte dei tempi in moltissimi luoghi, ma a Spello questa tradizione, che si canalizzò nel lanciare, poi posare ad arte sulla sede stradale elementi vegetali, è documentata nell'Archivio del Comune per la prima volta nel 1831. In occasione della visita del vescovo Ignazio Cadolini che avrebbe dovuto prendere possesso della città, il 19 ottobre 1831 fu richiesto dal gonfaloniere Francesco Nicoletti a tutti gli abitanti delle case che si affacciavano sulla via principale, per la quale sarebbe passata la processione con l'alto prelato, di tenere per detto giorno ben puliti, e sgombri da ogni macerie, i rispettivi tratti di strada dirimpetto alle proprie case ed a spargervi in copia dei fiori o verdure [...]. Le testimonianze iconografiche relative alle infiorate a Spello risalgono invece ai primi del '900: Benvenuto Crispoldi (1886-1923), pittore nonché primo sindaco socialista di Spello, raffigurò in un suo dipinto il passaggio della processione del Corpus Domini sull'infiorata. Fanno parte del patrimonio di Spello anche numerose immagini del ventennio fascista in cui l'infiorata ha per sfondo la casa del fascio o contiene in alcune parti la svastica a testimoniare come la devozione religiosa, che da sempre costituisce il fondamento di questa manifestazione, sia stata declinata, anche in maniera discutibile, secondo il periodo storico e sociale del momento. Con il raffinamento della tecnica, quello che era un lungo percorso di tappeti di fiori senza soluzione di continuità si è andato nel tempo spezzando favorendo la nascita di gruppi distinti di infioratori che realizzavano composizioni più grandi nei tratti in cui la sede stradale lo permetteva, alla ricerca di una sempre maggiore perfezione formale e nello sforzo di comunicare anche messaggi religioso-sociali più complessi. A partire dagli anni '60 i tappeti floreali, realizzati secondo schemi geometrici e con una parte figurativa centrale in cui spiccavano quasi esclusivamente i simboli legati al Corpus Domini, hanno subito un'evoluzione che ha portato verso la fine degli anni '80 alla predominanza del disegno centrale che ora è diventato quasi unico protagonista. Le infiorate, veri e propri quadri colorati con petali di fiori, hanno così raggiunto livelli di elevata difficoltà tecnica che spesso si è coniugata con l'espressione e l'interpretazione di temi religioso-sociali sempre più complessi, a volte astratti, tali da richiedere da parte degli infioratori non solo un'attenta fase di progettazione ma anche uno studio e approfondimenti di tipo filosofico e storico-artistico. L'impegno che gli infioratori hanno profuso nell'evoluzione in senso artistico della loro manifestazione ha tratto grande stimolo dal concorso che dagli anni '60 è stato indetto per stabilire il tappeto più bello di ogni edizione. I primi concorsi, in maniera assolutamente informale, furono organizzati dai priori delle due collegiate spellane, S. Maria Maggiore e S. Lorenzo Martire; successivamente nel 1962, con il contributo dell'associazione Pro Loco presieduta dall'eminente prof. Giacomo Prampolini, il concorso, che tuttora viene indetto, è divenuto un corollario importante alla festa del Corpus Domini. Il premio era ed è la statua in bronzo del poeta Sesto Properzio, poeta latino di cui si contendono i natali le città di Spello e Assisi, che il gruppo vincitore conserva fino all'edizione successiva. La fama delle Infiorate di Spello ha varcato i confini regionali e nazionali e spesso gli infioratori sono stati chiamati a realizzare infiorate per eminenti personaggio (Sandro Pertini, Giovanni Paolo II, Oscar Luigi Scalfaro) e hanno avuto l'onore di portare la loro arte in luoghi altamente simbolici come Betlemme e Lourdes. . Dal 2002 gli infioratori di Spello si sono organizzati in maniera autonoma e hanno costituito l'associazione Le infiorate di Spello con il compito di organizzare la manifestazione e il concorso e promuovere l'evento. L'associazione è composta da una base sociale che nel corso dei primi 10 anni di attività ha sfiorato i 1000 soci, e vede tra i suoi organi l'assemblea generale dei soci, l'assemblea dei maestri infioratori (l'insieme dei rappresentanti dei 40 gruppi che realizzano le infiorate) e un consiglio direttivo formato da 11 membri: 7 infioratori eletti dai maestri infioratori, un rappresentante del sindaco di Spello, 1 rappresentante dell'Istituto Comprensivo di Spello, 1 rappresentante della Pro Loco – IAT e 1 rappresentante delle Insigni Collegiate di S. Maria Maggiore e S. Lorenzo Martire.
Tecnica
A differenza di altre manifestazioni simili, gli infioratori di Spello realizzano a terra gli splendidi tappeti usando fiori freschi raccolti in natura, eventualmente essiccati. E' consentito l'uso di parti vegetali diverse dal fiore (in particolare, foglie e bacche) ma in misura inferiore alla componente floreale. È vietato l'utilizzo di legno in qualsiasi forma e di ogni tipo di materiale sintetico. Il fiore può essere adoperato intero ma nella maggior parte dei casi si usano i petali, accuratamente separati dalla corolla sia freschi che essiccati, a volte sminuzzati ma non resi polvere. Così anche le foglie possono essere utilizzate fresche o secche e sminuzzate, ma non polverizzate. L'essiccazione deve avvenire al sole in maniera naturale. Questi materiali vegetali rappresentano i colori con cui vengono realizzati i vari tappeti e vengono meticolosamente raccolti e preparati nella fase detta capatura dagli infioratori a partire da mesi prima della manifestazione. Il disegno su strada può essere tracciato con il gesso a terra con la tecnica della quadrettatura oppure disegnato su carta poi incollata al suolo permettendo la realizzazione di opere più grandi e più complesse. Le raffigurazioni, ispirate a tematiche religiose della cristianità, sono costituite da figure piane, bidimensionali, in cui è ricercabile un effetto tridimensionale esclusivamente tramite l’utilizzo di tecniche prospettiche, cromatiche e di stratificazione dei fiori e delle specie vegetali spontanee conseguita per mera sovrapposizione, senza l’uso di collanti. Le opere devono avere una lunghezza minima di 12 metri, nel caso dei tappeti, o una superficie di almeno 24 metri quadrati, nel caso dei quadri. La differenza tra quadri e tappeti si basa sulle dimensioni ma anche sulla composizione: nei quadri la parte figurativa interessa tutta la superficie infiorata, mentre nei tappeti la parte figurativa rimane al centro della composizione che è preceduta e seguita da disegni geometrici e decorazioni ripetitive sempre realizzati con petali di fiori.