Politically correct. Questo è l'Alzheimer. Una malattia che non risparmia nessuno: star di Hollywood che hanno fatto sognare generazioni, 'lady di ferro', presidenti degli Stati Uniti, scrittori, musicisti, donne bellissime e potenti della terra. Stroncati dal 'ladro di memoria' che ha lasciato un segno nelle vite di ricchi e poveri, senza distinzione.
Fece il giro del mondo l'annuncio di Ronald Reagan, 40esimo presidente Usa morto nel 2004, che con una lettera spiegò di aver saputo di "essere uno dei milioni di americani affetti da Alzheimer". Nel testo si accenna anche al "pesante fardello" che la famiglia di una persona affetta da questa patologia neurodegenerativa deve sopportare. Dopo avere dichiarato ufficialmente nel 1994 la malattia che lo stava portando "verso il tramonto", Reagan sparì dalla scena pubblica. E dopo un decennio morì. Aveva 93 anni.
L'Alzheimer ha 'eroso' anche la lady di ferro Margaret Thatcher, morta quest'anno all'età di 87 anni. Allo storico primo ministro britannico nel 2002 i medici consigliarono di non tenere più discorsi in pubblico. E anche per lei il declino si è consumato, per quanto possibile, lontano dalle telecamere. E ancora. La malattia si è affacciata molto presto nella vita di una celebrity che ha segnato la storia del cinema a stelle e strisce: Rita Hayworth. La protagonista di 'Gilda' mostrò segni precoci del male. La diagnosi arrivò nel 1980. Sette anni dopo, a soli 68 anni, morì in un ospedale di New York.
Stesso destino nel 2008, all'età di 84 anni, anche per un altro attore americano, Charlton Heston, premio Oscar per l'interpretazione nel colossal 'Ben-Hur', morto dopo anni di convivenza con la malattia. L'Alzheimer è responsabile anche dell'ultimo 'giallo' legato alla vita di Agatha Christie (1890-1976). L'autrice di oltre 80 libri venduti in più di 200 milioni di copie nel mondo, secondo una ricerca scientifica canadese, scrisse parte dei suoi romanzi quando era già malata. Nella lista di vittime illustri dell'Alzheimer anche James Montgomery Doohan, l'attore canadese che sugli schermi è stato Scotty di Star Trek, e l'italiana Lauretta Masiero, attrice e conduttrice. Ma anche il compositore Usa Aaron Copland e la scrittrice britannica Iris Murdoch che chiuse la sua produzione letteraria un anno prima della diagnosi e 3 anni prima della morte.
Fra 'coming out' dei vip, film e altre espressioni artistiche, oggi l'Alzheimer non è più un tabù. La malattia è finita sotto i riflettori con la serie televisiva Grey's Anatomy, dove a soffrirne sono sia la madre della protagonista Meredith Grey, tirocinante di chirurgia, sia la moglie del capo dell'ospedale in cui è ambientata la fiction.
L'Alzheimer è anche il pilastro su cui è costruito il bestseller 'La versione di Barney', in cui il il ricco Barney Panofsky, produttore televisivo di successo, scrive le sue memorie per difendersi dall'accusa di aver ucciso un amico. Man mano che il racconto prosegue, i ricordi di Barney diventano più sbiaditi e confusi fino a diventare un groviglio di passato e presente. Un climax che fotografa l'incessante corsa della malattia. Quella con cui davvero fanno i conti milioni di pazienti di tutto il mondo.