di Rodolfo Ruocco
Una vita spericolata, canta Vasco Rossi in uno dei suoi brani più famosi. Sembra una musica scritta per Enrico Letta. Il presidente del Consiglio da nemmeno cinque mesi guida un governo di grande coalizione, e ogni settimana, rischia di cadere. Spesso è il PdL, alleato principale di governo, a dare il fuoco alle polveri minacciando di “staccare la spina”. Qualche volta è Scelta Civica, i centristi di Mario Molti. Altre volte i pericoli vengono dal “fuoco amico” proveniente dall’interno del Pd, il suo partito.
Letta, però “è determinatissimo” ad andare avanti. Legge di Stabilità economica, taglio delle tasse sul lavoro, riforma elettorale. Nei prossimi due mesi sono queste le sue tre priorità. Poi si vedrà. Ma il presidente del Consiglio guarda anche più in là. Vorrebbe portare a casa le riforme costituzionali, quelle economiche per “agganciare” la ripresa economica internazionale e riavviare l’occupazione. Punta ad arrivare fino alla guida del semestre europeo a direzione italiana, in calendario dal giugno del prossimo anno. Ma non saranno traguardi facili da conseguire. La strada per il presidente del Consiglio si è fatta molto stretta e in salita, soprattutto dopo il primo voto della giunta della elezioni del Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi da parlamentare. Il primo sì alla decadenza da senatore del presidente del PdL, condannato in Cassazione per frode fiscale, ha innescato le “turbolenze” sul governo, come le ha eufemisticamente definite Letta. Berlusconi si è proclamato “assolutamente innocente”, ha attaccato la magistratura diretta a realizzare “il socialismo giudiziario” per eliminarlo politicamente, la sinistra in generale e il Pd in particolare, alleato di governo. Così l’esecutivo di larghe intese, già inviso ad ampi settori del centrodestra e del centrosinistra, traballa.
Il governo si è indebolito. Berlusconi ha avvertito: “Staremo al governo fino a quando porterà fino in fondo i provvedimenti e e manterrà gli impegni”. In particolare quelli economici: l’abolizione dell’Imu sulla prima casa, la cancellazione dell’aumento dell’Iva dal 21% al 22%.
Dal Pd arriva una linea dura, anche perché deve affrontare la concorrenza dell’infuocata opposizione dei grillini. Guglielmo Epifani già un mese ha aveva anticipato il sì del Pd alla decadenza di Berlusconi da senatore perché “La legge è uguale per tutti”. Il segretario dei democratici gira al Cavaliere la colpa di una possibile crisi: “”Si assume la responsabilità del futuro del governo e aggrava i problemi di Letta”.
Matteo Renzi è molto più radicale di Epifani. Più volte ha criticato il governo Letta: “Deve piacere agli italiani e non a Schifani e a Brunetta, i capigruppo parlamentari del PdL”. Il “rottamatore”, che ha costretto fuori del Parlamento “i dinosauri” della vecchia guardia del partito (D’Alema e Veltroni sono rimasti fuori dalla Camera dopo oltre vent’anni di legislature), ora punta a diventare segretario del Pd e ad essere il candidato del centrosinistra alla presidenza del Consiglio quando ci saranno le elezioni. Ha sentenziato: “Berlusconi è game over!”. Il sindaco di Firenze, ora molto popolare nel Pd perché promette di “asfaltare” il centrodestra e di vincere alle urne, ha criticato in più occasioni Letta. Lo ha accusato di non produrre risultati e di essere attaccato alla “seggiola”.
Il presidente del Consiglio non perde la calma. Distingue la “parte giudiziaria” da quella “politica” e vuole andare avanti per rilanciare la crescita economica nel rispetto degli impegni di bilancio assunti verso l’Unione europea. Si fa il campione dell’ancoraggio democratico, europeo e occidentale dell’Italia e lavora in strettissimo accordo con Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica sostiene con determinazione il governo. Chiede “stabilità” politica”, “responsabilità e unità nazionale” per affrontare i gravi problemi dell’Italia. Dice alt al “conflitto tra politica e giustizia”.
Letta raccoglie la palla e rilancia: l’instabilità politica aggrava i problemi dei conti pubblici Italiani. Ammonisce: senza stabilità politica si dovrà pagare l’Imu sulla prima casa e scatterà l’aumento dell’Iva.
Il presidente del Consiglio cammina su un rischioso crinale. “I vetri nella zuccheriera, l’arsenico nel caffè sono particolari insignificanti che rendono una vita pericolosa”, osservava Alfred Hitchcock, il maestro dei film gialli.