Una fragile armonia

Quattro musicisti in crisi

di Juana San Emeterio

di Yaron Zilberman, Usa 2012, Drammatico, (Good Films)
sceneggiatura: Seth Grossman, Yaron Zilberman
Philip Seymour Hoffman, Christopher Walken, Imogen Poots, Catherine Keener, Wallace Shawn, Mark Ivanir, Madhur Jaffrey

L’armonia in un quartetto d’archi è molto difficile. Quattro persone diverse devono far sentire le loro capacità personali e ottenere però un’unica voce: quella del concerto. Un equilibrio delicato e complesso che riesce a prezzo di tanto duro esercizio, di rinunce e di meravigliosi compromessi.

Il “Fugue” è un famoso e apprezzato quartetto che suona insieme da venticinque anni. Alla vigilia della nuova stagione accade l’imprevisto: il violoncellista e fondatore del gruppo Peter (Christopher Walken) comincia ad accusare i primi sintomi del Parkinson. A causa della malattia Peter decide che la stagione imminente sia anche la sua ultima. Questa decisione scatena le reazioni degli altri musicisti. Si scatenano così gelosie, rivalità personali, tradimenti e passioni incontrollabili che minacciano, oltre che l’amicizia, anche il concerto. Robert Gelbart (Philip Seymour Hoffman), secondo violino, vorrebbe alternare il suo posto da secondo violino con quello del primo violino Daniel Lerner (Mark Ivanir). Entra in crisi e tradisce la moglie Juliette (Catherine Keener) che suona la viola. Juliette sembra la più addolorata per la decisione di Peter di ritirarsi come fosse la perdita di un padre. Nei loro scontri è coinvolta anche la figlia Alexandra (Imogen Poots), violinista di per sé talentuosa che come il padre, decide di seguire i propri desideri e inizia una relazione con Daniel, il meticoloso e preciso primo violinista che finora ha rinunciato alle sue passioni per diventare un esecutore perfetto. A complicare la situazione, la preparazione per l’esecuzione del quartetto in Do diesis min, op. 131 di Beethoven, il preferito dal compositore. Un concerto che Beethoven voleva fosse eseguito senza alcuna pausa tra i sette movimenti. Suonando incessantemente per quasi quaranta minuti.

Regista, Sceneggiatore e Produttore di “Una Fragile Armonia” è Yaron Zilberman, premiato con l’Oscar per il documentario “Watermarks”, che si cimenta nel suo primo lungometraggio. “Con questo film, ha detto, volevo raccontare l'interno di una famiglia, quando si formano legami stretti e ineguagliabili, l'amore e la devozione, sempre accompagnati da emozioni represse, risentimento, gelosia, competizione. Ho pensato che un quartetto d'archi potesse rappresentare l'ambientazione perfetta, considerato il tempo che i musicisti passano insieme e il senso reciproco di dipendenza. Occorrono dieci anni prima di sviluppare una sonorità unica, per sette mesi l’anno viaggiano insieme… le relazioni sono intense. Ho pensato che questo fosse un modo grandioso e nuovo di raccontare la storia di una famiglia, dove il progresso artistico e quello interpersonale devono coesistere in armonia”. E la metafora usata da Zilberman affascina e seduce. Rende perfettamente i compromessi di una convivenza, anche se in questo caso d’intellettuali, dove viene soffocato il proprio Ego per il bene comune fino all’inevitabile esplosione. Un cast eccezionale con Philip Seymour Hoffman, Catherine Keener, Mark Ivanir, Christopher Walken e una bravissima giovane attrice inglese Imogen Poots . Nel complesso un film da vedere cui si perdona qualche ‘fragilità’ nella regia ambientato in una New York, fredda, colta e piena di neve.

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