Cantore di Parma e della ‘Califfa’


Stampa

Addio ad Alberto Bevilacqua

Lo scrittore aveva 79 anni alberto_bevilacqua_296

Si è spento a Roma a 79 Alberto Bevilacqua, uno degli scrittori italiani più apprezzati del dopoguerra. Intellettuale impegnato sino dagli anni '60, si distinse nella sua carriera anche come regista, giornalista e poeta.

Nato a Parma nel 1934, inizia a pubblicare i suoi primi lavori sul supplemento letterario della Gazzetta di Parma e nel 1955 pubblica la sua prima raccolta di racconti, 'La polvere sull'erba', che raccoglie il gradimento di Leonardo Sciascia.

Il successo internazionale arriva con 'La Califfa' nel 1964. La protagonista, Irene Corsini, inaugura la galleria dei grandi personaggi femminili di Bevilacqua, mentre Annibale Doberdò incarna un'emblematica figura di industriale nella provincia italiana degli anni Sessanta. Dell'epopea provinciale, dei suoi eroi grandi e meschini, Bevilacqua aveva già fornito uno splendido affresco in 'Una città in amore' (1962, ripubblicato in una nuova stesura nel 1988), ma uno dei romanzi più importanti del decennio è 'Questa specie d'amore'. Il romanzo vince il premio Campiello nel 1966; Bevilacqua curerà poi anche la trasposizione cinematografica, vincendo il David di Donatello per il miglior film. La sua produzione narrativa, sempre accompagnata da grande successo, ha ottenuto anche numerosi riconoscimenti.

Fra i suoi titoli premiati spiccano 'L'occhio del gatto', che gli vale il Premio Strega e 'Un Viaggio misterioso' e 'I sensi incantati', che vincono nel '72 e nel '91 due premi Bancarella. Intensa e continua, da sempre parallela e mai subordinata all'attività di narratore, la produzione poetica di Bevilacqua è raccolta in opere apprezzatissime come 'La crudeltà' e 'Piccole questioni di eternità'. Le sue opere sono state ampiamente tradotte in Europa, Stati Uniti, Brasile, Cina e Giappone. Nel 2012 esce il suo ultimo libro, 'Roma Califfa', edito da Mondadori. Lo scrittore parmigiano era ricoverato presso la clinica Villa Mafalda di Roma dal gennaio 2013, per l'aggravarsi di uno scompenso cardiaco.

Gli ultimi anni di vita dell'autore emiliano, però sono stati contrassegnati da una grave malattia che lo ha portato al coma, e da una vicenda giudiziaria legata proprio alle sue vicende sanitarie. La compagna Michela Macaluso ha denunciato la clinica in cui Bevilacqua era ricoverato alla procura di Roma.

Secondo la donna nella clinica romana a Bevilacqua non venivano somministrate le terapie adeguate nonostante una retta giornaliera altissima, "circa tremila euro". Nell'inchiesta della Procura, affidata al pm Elena Neri del pool delle colpe professionali coordinato dall'aggiunto Leonardo Frisani, non appaiono indagati. Gli accertamenti sono stati affidati al Nas dei Carabinieri. Michela Macaluso non essendo sposata con Bevilacqua non poteva legalmente pretendere il trasferimento di Bevilacqua in altra struttura. Per questo si è rivolta all'autorità giudiziaria.

Nel febbraio scorso il Tribunale Civile di Roma nominò l'avvocato Gabriella Bosco amministratore di sostegno provvisorio, ovvero una sorta di tutore, a favore dello scrittore.