Con la crisi è aumentato il numero degli usurai saliti da circa 25mila a oltre 40mila e in particolare è cresciuta anche quella fascia che potremmo definire usurai dalla faccia pulita. E' quanto emerso dal XIII rapporto Sos Impresa, che sottolinea come le denunce siano sempre poche e la giustizia sia lentissima.
Secondo l'identikit realizzato da Sos Impresa sulle vittime dell'usura, il fenomeno colpisce in larga parte persone mature, intorno ai cinquant'anni, che hanno sempre operato nel commercio e che hanno oggettive difficoltà a riconvertirsi nel mercato del lavoro e, quindi, tentano di tutto per evitare il protesto di un assegno, il fallimento della loro attività.
Solitamente sono commercianti che operano nel dettaglio tradizionale, come alimentaristi, fruttivendoli, gestori di negozi di abbigliamento e calzature, fiorai, mobilieri. Sono queste le categorie che oggi pagano, più di ogni altro comparto, il prezzo della crisi.
Accanto all'usura di mafia con l'espandersi del mercato usuraio entrano in campo nuovi soggetti. La figura dell'usuraio classico, (di strada, di quartiere, sul posto di lavoro), destinata a esaurirsi per lasciare spazio a un usuraio organizzato, ben collegato agli ambienti professionali e che si avvale di connivenze con professionisti di alto livello. Un'usura dalla faccia pulita, i cui attori protagonisti, occulti o meno, occupano rispettabili posti nell'ambiente sociale in cui agiscono.
Senza generalizzare, sarebbe assolutamente errato farlo, si tratta di alcuni imprenditori, commercialisti, avvocati, notai, bancari. Conoscono, per professione, bene i meccanismi del mercato del credito legale, e, spesso, conoscono perfettamente le condizioni economiche delle proprie vittime.