di Juana San Emeterio
di Ken Scott, Canada 2011, commedia, (Bolero film)
Patrick Huard, Julie LeBreton, Antoine Bertrand, Dominic Philie, Marc Bélanger, Igor Ovadis, David Michael, Patrick Martin, David Giguère, Sarah-Jeanne Labrosse.
Avventure e disavventure di un quarantenne ‘Peter Pan’ che deve affrontare la paternità ma contemporaneamente anche la class action delle centinaia di 'figli' che ha aiutato a concepire con la fecondazione in vitro.
Il protagonista David (Patrick Huard), canadese di origine polacca, si comporta come un adolescente irresponsabile all'età di quarantadue anni. Disordinato nella vita e nell’amore, lavora come fattorino per la macelleria di famiglia (combinando continui disastri), abita in un appartamento caotico da ragazzino, pieno di manifesti e giochi, e mantiene una complicata relazione amorosa con una poliziotta. In più deve affrontare la persecuzione di un gruppo di delinquenti cui deve parecchi soldi. Questo però non sembra essere abbastanza. La sua vita è improvvisamente sconvolta da due scoperte: la sua fidanzata è incinta e la clinica dove aveva fatto il super donatore di sperma gli fa sapere di aver ricevuto la richiesta da parte di 142 dei 533 figli che ha contribuito a generare, di conoscere l'identità del padre biologico, protetto dall’anonimato dallo pseudonimo di Starbuck. David naturalmente si spaventa, non vuole rivelare la sua identità e intenta una causa. Cosa farebbe una persona normale in questa situazione?
Girato nel 2011, arriva (per fortuna) sui nostri schermi questa deliziosa commedia che affronta con tono leggero e intelligente un intrecciarsi di temi di grande attualità. Complice la bravura del protagonista, interpretato da un attore per noi sconosciuto, Patrick Huard, il film racconta una storia dall’apparenza incredibile trasformandola in un racconto onesto della realtà. Il David- Starbuck, figlio irresponsabile e padre suo malgrado, si trova come molti uomini della sua generazione a dover all’improvviso diventare adulto e quindi affrontare consapevolezza e assunzione di responsabilità, a lungo sfuggite, scoprendo di avere risorse insospettate. Nel rapporto con i figli che non ha visto crescere e quello che sta per arrivare scopre la propria identità, le sue qualità e i suoi limiti. “Starbuck”, inoltre, rende evidente i problemi legati al rapporto generazionale dei giovani alla ricerca di una guida paterna con i quarantenni (genitori) incapaci di assumere questo ruolo per aiutarli a costruire il loro futuro. Il regista canadese Ken Scott, aiutato dall'ottima sceneggiatura, opera dello stesso Scott e di Martin Petit, realizza un film onesto e piacevole, che alterna comicità e sentimento senza scadere mai nel sentimentalismo. Come nelle migliori commedie, la storia di ‘Starbuck’, fa ridere ma anche riflettere. Il film che ha vinto premi in vari festival, ha già in lavorazione due remake: uno francese “Fonzy” di Isabelle Doval, interpretato José Garcia e uno hollywoodiano “The Delivery man” prodotto da Steven Spielberg, sempre con la regia di Ken Scott e con Vince Vaughn come protagonista. Da vedere.