La vacanza come 'status symbol' non abita piu' nel Paese in crisi. Chi rinuncia non se ne vergogna come un tempo, ma lo rivendica quasi con orgoglio, e un po' di rabbia. Solo fino a pochi anni fa erano molti gli italiani 'talpa' - 3 su 10 - che si chiudevano in casa per raccontare poi esperienze vacanziere mai fatte, ma oggi il modello imperante, anche per le ferie, e' la 'formica', che con fatica si ritaglia spazi di riposo, risparmiando il piu' possibile e condividendo con gli altri. Insomma non e' piu' di moda la tipologia ben rappresentata in molti film di Verdone, di chi vuol mostrare piu' di cio' che e' o che ha. A fare questo quadro e' Antonio Lo Iacono, presidente della Societa' italiana di Psicologia (Sips).
"Anche nel modo di affrontare le vacanze - spiega Lo Iacono all'Adnkronos Salute - si puo' costatare quanto la crisi abbia gia' influito sui nostri costumi e quali cambiamenti psico-sociali siano in corso". La mancanza di stabilita' sociale "e' ormai un fatto psicologicamente 'accettato'. Non credo si possa parlare di rassegnazione, ma e' come se ormai si fosse completamente coscienti di un dato incontestabile. E riemerge lo spirito di adattamento, la capacita' di arrangiarsi degli italiani che sembrava dimenticata. E cosi' si va al mare con il treno, si porta il cibo da casa, ci si accontenta di pic nic e brevi gite, si scambiano le case.... e molte altre strategie di risparmio e condivisione".
Aver preso coscienza di 'essere tutti nella stessa barca', "e' probabilmente uno dei fatti positivi della crisi, che ci ha costretti a mettere i piedi per terra e riscoprire la solidarieta' e la condivisione. E quindi anche per le vacanze quelli che un tempo avrebbero fatto di tutto per non ammettere di non avere le possibilita' di partire, addirittura rintanandosi in casa, oggi rivendicano la loro impossibilita'. Cio' che aiuta, ovviamente, e' 'il mal comune', la possibilita' di riconoscersi in un gruppo che non e' connotato negativamente, come 'sfigato'. La riprovazione sociale, oggi, va piu' verso i politici che hanno sperperato in lussi esagerati. Per gli italiani non sono piu' quelli che possono permettersi tutto il modello vincente. La crisi ha riportato tutto ad una maggiore concretezza", conclude.