di Marta Mandò
(marta.mando@rai.it)
Qualche mese fa Forbes, la rivista famosa per stillare l’elenco dei paperoni nel mondo, scrisse che l’Italia poteva superare gli Stati Uniti e diventare uno dei paesi più all’avanguardia nel campo del Crowdfunding, letteralmente “finanziamento dalla folla”.
Di fatto il Crowdfunding è la raccolta via internet di capitali per le start-up innovative o per progetti. Un forma di finanziamento nata proprio oltreoceano e utilizzata anche da Barack Obama, nella sua campagna alle presidenziali, per fare cassa, coinvolgendo i suoi elettori. In tempi di crisi economica e di banche troppo parche nel dare credito, l’Italia, “ricca” di maestri dell'arte di arrangiarsi, è diventata un paese fertile per forme di finanziamenti dal basso. Così la Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, ha dato il via libera al regolamento per il Crowdfunding sul web, una possibilità introdotta dal decreto Crescita-bis varato dal governo Monti.
Possiamo dare ragione a Forbes che scriveva: “l’Italia, è potenzialmente un anno davanti agli Stati Uniti e sarà il primo paese al mondo a dotarsi di leggi di supporto per il Crowdfunding”. A conferma la Consob ci dice, oggi, che l'Italia è sicuramente il primo paese europeo a farlo. Una volta tanto segniamo in positivo la storia in campo finanziario. E lo si fa in un momento di grande esplosione del fenomeno: i dati del Crowdfunding Industry Report, dicono che il 2013 è l’anno della ‘sovvenzione di massa’, con crescita esponenziale delle piattaforme on line e una previsione di sei miliardi di dollari di gettito.
La norma “equity crowdfunding”, voluta dalla Consob, disciplina la possibilità per le neo imprese e per gli innovatori, di raccogliere capitali di rischio (funding) tramite la rete internet svolgendo, quindi, un appello rivolto a un elevato numero di destinatari (crowd) che poi, a ben vedere, nella prassi effettuano investimenti di modesta entità.
Il regolamento per il Crowdfunding era stato voluto fortemente a inizio 2012 dall’ex ministro allo Sviluppo, Corrado Passera. Si tratta di una grande opportunità ma anche di un grande rischio. Per evitare che il risparmiatore possa inciampare in scelte sbagliate il regolamento fissa una serie di paletti: per prima cosa l’istituzione di un registro dei gestori dei portali pubblicato sul sito della Consob. Per esempio, non potranno iscriversi persone con funzioni di amministrazione, direzione e controllo che non siano “onorabili” (insussistenza di condanne penali).
Il regolamento fissa poi le regole di condotta dei gestori che devono seguire un comportamento corretto (diligenza, correttezza e trasparenza ecc.) e sulle informazioni (corrette, aggiornate, chiare e non fuorvianti) da fornire in modo che gli investitori possano ragionevolmente comprendere la natura dell’investimento e assumere le decisioni in modo consapevole.
E’ previsto comunque il diritto di recesso. I soldi viaggeranno solo via bonifico on line e se si superano soglie di 500 euro le regole saranno più stringenti considerando anche che l’investimento massimo è di mille mila euro per le persone fisiche e di 10.000 euro annui per le persone giuridiche. Fissate le norme, si aprono nuovi scenari per gli start upper italiani che a dirla tutta, ancor prima della Consob, nelle loro iniziative e community sono già pionieri nel finanziare tramite la rete le proprie idee.