Era considerata un baluardo inespugnabile, la garanzia della tenuta degli equilibri nel salotto buono della finanza italiana. Ma la crisi, nei suoi aspetti finanziari, ha messo in discussione anche un'istituzione storica come il Patto di sindacato. Da Pirelli a Rcs, fino a Mediobanca, e' saltato, potrebbe saltare, o comunque ridimensionare il proprio peso, lo schema del patto parasociale come strumento per stabilizzare l'assetto proprietario di una societa'.
Piazzetta Cuccia ha scelto di rivoluzionare la sua tradizionale strategia delle partecipazioni, per farsi banca fino in fondo. E si appresta a far cadere i vincoli sulle proprie quote in Rcs e Telco, per mantenere solo quella strategica in Generali. In casa Pirelli si va verso la fine anticipata del patto, gia' rinnovato per un solo anno, invece dei tre previsti, per decisione di Allianz, Generali e di Fonsai. Ora, la rottura definitiva fra Tronchetti Provera e Malacalza portera' allo scioglimento dell'asse che da Gpi, attraverso Camfin, controlla il 26 per cento della societa' di pneumatici. E la quota che Malacalza manterra' in Pirelli, sara' secondo azionista con il 7%, sara' libera da patti.
Allo stesso modo, le ultime vicende in Rcs, dalle dimissioni dalla presidenza del Patto di Giampiero Pesenti fino alla richiesta esplicita di Diego della Valle di sciogliere l'accordo parasociale, sembrano fissarne improrogabilmente la fine a settembre. Infine, Mediobanca. A Piazzetta Cuccia non si arrivera' allo scioglimento del Patto, ma la quota che controllano i soci forti scendera' dal 43% al 33%, la partecipazione minima per impedire una scalata dall'esterno.