L'agenzia internazionale per l'energia (Aie) lancia l'allarme: il mondo non e' sulla strada giusta per limitare l'aumento della temperatura globale a 2 gradi e i governi devono mettere rapidamente in atto quattro politiche energetiche se vogliono mantenere gli obiettivi di lotta al riscaldamento globale senza danneggiare la crescita economica. E' quanto si legge nello special report del World Energy Outlook presentato a Londra dal direttore esecutivo dell'Aie Maria Van der Hoeven. "Il cambiamento climatico e' scivolato in secondo piano nelle priorita' politiche, ma il problema non e' risolto", ha detto sottolineando che la strada che si sta percorrendo potrebbe portare ad aumenti di temperatura compresi tra i 3,6 e i 5,3 gradi centigradi. Nuove stime relative all'anidride carbonica globale (CO2) prodotta nel 2012 dal settore energia rivelano un aumento del 1,4%, raggiungendo il livello record di 31,6 gigatonnellate (Gt), ma mascherano anche notevoli differenze regionali. Negli Stati Uniti, un passaggio dal carbone al gas nella produzione di energia elettrica ha contribuito a ridurre le emissioni di 200 milioni di tonnellate (Mt), riportandole al livello della meta' degli anni '90. La Cina ha conosciuto la maggiore crescita delle emissioni di CO2 (300 mt), ma l'incremento e' stato uno dei piu' bassi se visto nell'arco di un decennio grazie alla diffusione delle energie rinnovabili e al miglioramento dell'efficienza energetica. Nonostante la maggiore utilizzo del carbone in alcuni paesi, le emissioni in Europa sono diminuite di 50 milioni di tonnellate, mentre in Giappone sono aumentate di 70 milioni di tonnellate. L'Aie propone quattro misure per ridurre le emissioni entro il 2020 che si basano su tecnologie esistenti, gia' sperimentate in alcuni paesi, per raggiungere un calo dell'8% (3,1 Gt Co2 equivalenti).
In particolare si tratta di misure di efficienza energetica mirata su edifici, industria e trasporto che contano quasi la meta' della riduzione delle emissioni al 2020, i cui investimenti possono essere piu' che compensati da una riduzione della spesa in bolletta energetica. Un altro intervento riguarda un limite alla costruzione e alla messa in esercizio di impianti a carbone poco efficienti che possono contribuire per il 20%. L'Aie propone inoltre un incremento delle rinnovabili (da circa il 20% di oggi al 27% nel 2020) insieme a quella dal gas naturale. Infine un dimezzare dell'uso del metano potra' fornire il 18% dei risparmi, unito a una parziale eliminazione delle sovvenzioni al consumo di combustibili fossili che rappresenta il 12% della riduzione delle emissioni. Il rapporto rileva inoltre che il settore energetico non e' immune da impatti fisici dei cambiamenti climatici e deve adattarsi. Nella mappatura delle vulnerabilita' di sistema energetico, identifica diversi impatti improvvisi e distruttivi, causati da eventi meteorologici estremi, e altri impatti piu' graduali, causate da modifiche della temperatura media, aumento del livello del mare e dei mutamenti climatici. Per migliorare la resilienza climatica del sistema energetico, si mette in evidenza il ruolo dei governi nel promuovere l'adattamento prudente (al fianco di mitigazione) e la necessita' per l'industria per valutare i rischi e gli effetti come parte delle sue decisioni di investimento.