Graziate dallo slittamento dell'acconto Imu per la prima casa, molte famiglie potrebbero essere comunque costrette a un esborso extra in questo mese: si tratta delle spese per far sostenere ai figli l'esame di Maturità. Tra ripetizioni, acquisto di vocabolari, "temari", app per studiare e contributi scolastici non dovuti, il conto può andare da poche decine di euro fino a un massimo stimabile in 500 euro. Il pesante bilancio emerge da una ricerca di Skuola.net svolta nel mese passato e alla quale hanno partecipato circa 1.500 maturandi. Un conto ancora più salato per i privatisti, che in alcune scuole statali italiane pagano cifre superiori ai 200 euro per il contributo scolastico.
La voce principale di costo riguarda le ripetizioni private: stando ai dati, un maturando su tre si affiderà alle lezioni individuali private pur di migliorare la sua preparazione. Al costo medio di 33 euro (dato Codacons 2011), per quel 9% che ne prenderà oltre 6 ore, stiamo parlando di una spesa di almeno 200 euro. Tuttavia si può salire fino a 400 euro per quel 7% che si rivolgerà alle lezioni private per più di 12 ore. Sono casi disperati, ma che in fondo equivalgono a 2-3 pomeriggi di studio a settimana da qui alla Maturità. Ma a ricorrere alle ripetizioni non sono solo gli studenti che hanno un debito da recuperare, ovvero il 40% dei partecipanti alla ricerca: anche chi galleggia sopra la sufficienza, si sottoporrà alla pratica pur di essere pronto.
Il 40% degli studenti batterà poi cassa dai genitori per finanziare l'acquisto di strumenti finalizzati a migliorare la preparazione: si va dai classici bignami e temari, fino alle app per smartphone, ma anche nuovi vocabolari. Infatti per la terza prova sono ammessi solo dizionari monolingue, di cui gli studenti sono spesso sprovvisti perché in genere non si usano durante l'anno. Il 27% dei maturandi ha confessato che destineranno a tale proposito fino a 30 euro, il 6% promette di non spenderne più di 60 mentre quasi altrettanti supereranno questa soglia. Dall'indagine è emerso pure un altro balzello: il contributo, non previsto dalla normativa se non in forma volontaria, da versare direttamente nelle casse delle scuole.
Circa un terzo degli studenti intervistati ha versato per il contributo fino a 30 euro, mentre uno su quattro ha superato questo importo. Non vanno poi dimenticati - sottolinea Skuola.net - i contributi volontari record che alcune scuole statali richiedono ai privatisti: tra esami preliminari e Maturità al Niccolò Braucci di Caivano (NA) servono 280 euro, 250 al Natta come anche al Feltrinelli di Milano, sempre a Milano si chiedono 300 euro al Liceo Agnesi (di cui 100 di cauzione), 250 al Vendramin Corner di Venezia, 160 al Piaget di Roma e via dicendo. "Sommando tutte queste voci di spesa, uno studente può ritrovarsi a spendere una cifra stimabile intorno ai 500 euro. Inoltre - dichiara Daniele Grassucci, Responsabile delle Relazioni Esterne del portale - non dobbiamo dimenticare lo scandalo di cui si macchiano alcuni istituti, che richiedono ai privatisti cifre ben superiori ai 200 euro per sostenere l'esame quando lo Stato, per norma, impone solo un risarcimento di eventuali spese di materiali se le prove di Maturità contemplano esercitazioni pratiche".