Sono piu' di 32 milioni le tonnellate di amianto ancora presenti in Italia e 34.148 i siti da bonificare, mentre a 20 anni dalla sua messa al bando, la fibra continua a causare oltre duemila vittime all' anno. In 15 anni (dal 1993 al 2008), secondo quanto emerge dal registro nazionale dei tumori da esposizione all'amianto, sono stati quasi 16 mila i casi rilevati in Italia, di cui il 50% concentrato fra Piemonte (18%), Lombardia (17,7%) e Liguria (12%). Nel 93% dei casi il tumore ha colpito la pleura (per inalazione delle fibre).
L'amianto, la cui vicenda in Italia ha visto concludersi un nuovo capitolo con la condanna a 18 anni di reclusione per disastro doloso all'imprenditore elvetico Stephan Schmidheiny, imputato a Torino nel processo Eternit, e' una delle minacce piu' serie alla sostenibilita' ambientale e alla salute proprio per le sue caratteristiche di incorruttibilita' e inestinguibilita', e il lungo intervallo di latenza tra l'aspirazione delle fibre e il percorso epidemiologico spiega la possibilita' di un picco di casi di cancro a cavallo del 2020. Inoltre, se e' vero che negli anni settanta se ne estraevano 5 mln di tonnellate l'anno, oggi se ne estraggono comunque 2,5 mln: il problema continua dunque ad esistere, con l'aggravante che esistono paesi in cui non c'e' divieto all'estrazione, ma solo alla commercializzazione.
Lo scorso 8 aprile l'ex ministro della salute Renato Balduzzi ha presentato il piano nazionale ora all'esame della conferenza stato-regioni. Fra gli obiettivi, quello di ampliare i compiti del registro dei mesoteliomi presso l'Inail - estendendo la sorveglianza alle altre patologie correlate all'esposizione all'asbesto - e favorire la conoscenza dei fattori di rischio occupazionale anche nei casi di malattia che non hanno un'esclusiva causa professionale. Tre le macro-aree d'azione per combattere la fibra killer: tutela della salute, tutela dell'ambiente e aspetti di sicurezza del lavoro e previdenziali.