di Cinzia Gorini
Distribuito da Feltrinelli, è in libreria “Le Seconde Vite”, scritto dal giornalista Maurizio Righetti per la casa editrice “Maria Margherita Bulgarini”, collana Medicina Narrativa. Il libro racconta, in 254 pagine, una serie di storie di persone che, per differenti ragioni, hanno visto la morte da molto vicino. E che, dopo quelle esperienze -alcune molto lunghe e dolorose- si ritrovano a vivere di nuovo. Alcuni sono tornati in buone condizioni, altri hanno avuto menomazioni psico-fisiche anche significative. Ad accomunare i protagonisti di queste differenti storie, unite da un unico comune denominatore, è il cambio di prospettiva nell'affrontare l'esistenza, nei rapporti con Dio e la religione, in quelli con il prossimo e con le cose. Una modifica spesso radicale dell'angolo visuale che porta ad apprezzare ciò che prima veniva sottovalutato, a vedere la vita come un dono non scontato e non a tempo indeterminato, ma, anche per questo, da non sprecare o banalizzare in un materialismo sfrenato ed eccessivo. Lezioni utili che, con semplicità e umiltà, queste persone quasi involontariamente impartiscono a chi incontrano nel loro quotidiano. E qui ai lettori. Le storie raccolte da Righetti sottolineano l'importanza dell'ambiente familiare e della professionalità di sanitari e caregivers (assistenti, in genere congiunti), tanto più efficace per il recupero se accompagnata dalla presa in carico amorevole, dalla comprensione del dolore, dalla compartecipazione alla altrui sofferenza. ù
Esperienze vissute, esistenze rinate, lezioni di civiltà e buoni suggerimenti per salvare altre vite
Le esperienze vissute e raccontate in “Le Seconde Vite” sono tutte rigorosamente vere e con precisi riferimenti alle vicende personali dei protagonisti. Sono donne e uomini di varia età ed estrazione sociale che hanno superato tumori e infarti, che convivono serenamente -e talvolta in piena, recuperata operatività- con malattie neurologiche. Persone che hanno subito incidenti stradali gravissimi o si sono trovate casualmente in mezzo a sparatorie o sono state vittime di errori clinici o shock anafilattici. Spesso si sono salvate per pura fortuna: la presenza casuale di strumenti di emergenza, di medici, di esperti del pronto intervento; altre volte per la loro voglia di farcela o per l'ostinata determinazione dei parenti nel cercare i posti più adatti agli interventi, alle cure, alle terapie. Si tratta di storie anche paradigmatiche. Perché indicano cosa dovrebbe e non dovrebbe succedere nella sanità di un Paese civile; come sono e come dovrebbero essere le strutture per gli interventi e per il recupero funzionale; come far acquisire al più alto numero di soggetti la cultura dell'emergenza, ancora molto carente in Italia. Ogni vicenda ha protagonisti che, con la loro partecipe ricostruzione, aggiungono emozioni vere ai racconti, che ne sviscerano gli snodi, che diventano essi stessi cronisti di ciò che è ruotato intorno a loro e che oggi, grazie al libro scritto da Maurizio Righetti, diventa un piccolo pezzo di storia sanitaria e umana. Un vissuto che va oltre le singole, personali vicende e narra pezzi veri e sorprendenti di vita e cultura italiane.