di Federica Marino
(federica.marino@rai.it)
Centotrentasei piani, settecento metri d’altezza e sedici isolati: senza nessuna deroga al piano regolatore lagunare, un’utopia prende corpo e sostanza alla 55esima Biennale di Venezia.
L’edizione 2013 segue le linee tracciate nel 1955 dall’artista autodidatta italo-americano Marino Auriti, quando immaginò il suo Palazzo Enciclopedico, un corpus architettonico ideale per dare casa al sapere universale e agli ingegni che parteciparono a svilupparlo, dall’ignoto inventore della ruota ai fisici nucleari, passando per musicisti, scrittori, visionari.
A Venezia il Palazzo Enciclopedico sembra scivolare nella struttura della Biennale, per abitarla: i padiglioni nazionali come appartamenti di un grande condominio, gli artisti come voci di un’enciclopedia che riunisce passato e presente, strade e spazi per uno sguardo in prospettiva sui viali del futuro.
Una riflessione sull’arte e sull’artista: cosa è arte, quando e come lo diventa? Come nasce un artista e con quale processo personale e formativo?
La globalità – quella del sapere accumulato fino ad oggi e quella del nostro presente multimediale, multitasking e iperconnettivo –, il mondo come corte universale di un nuovo Rinascimento, la tastiera di un computer come tavolozza e l’obiettivo di una videocamera per ritrarre panorami e dettagli, il corpo come sperimentazione estrema e luogo di incontro tra artista e soggetto d’arte.
L’individuo che crea, rielabora, rispecchia il mondo; il rapporto fra singolo e collettivo, il rischio-tentazione di con-fondersi, mescolando tecniche, punti di vista, finalità.
Se l’arte è totale e la casa non c’è più, perche casa è ovunque, allora il Palazzo Enciclopedico è davvero attualissimo, luogo fisico per ospitare produzioni virtuali ma non per questo meno reali.
Tra gli artisti spicca il nome di Marino Auriti, l’ideatore del Palazzo Enciclopedico, e come lui anche altri “invitati” appartengono al passato. L’arco di tempo anagrafico coperto va dal 1843 al 2011 e ben risponde al criterio rappresentativo-cronologico illustrato dal curatore Massimiliano Gioni: sfumando la distinzione tra professionisti e dilettanti, tra outsider e insider, si cerca la restituzione dell’immagine del mondo attraverso l’opera di autori chiamati a un dialogo bidirezionale nel tempo, passato-presente e ritorno, se non, meglio, contemporaneo. E parte subito una nuova domanda: “Che senso ha cercare di costruire un’immagine del mondo quando il mondo stesso si è fatto immagine?”
Ottantotto le nazioni che partecipano alla Biennale 2013, dieci presenti per la prima volta: Angola, Bahamas, Bahrain,Costa d’Avorio, Kosovo, Kuwait, Maldives, Paraguay, Tuvalu e la Santa Sede, che partecipa con una mostra allestita nelle Sale d’Armi che la Biennale sta restaurando per essere destinate a padiglioni durevoli. Il Padiglione Italia, curato da Bartolomeo Pietromarchi, si sviluppa su sette stanze per altrettanti settori culturali e sociologici, in ognuna delle quali si confrontano due artisti, per esplorare il concetto di polarità suggerito nel titolo, Vice versa. Un procedimento di definizione del reale a partire dall’analisi degli opposti, in un gioco che scambia e rispecchia elementi antitetici trovando loro nuove sedi e significazioni.
Numerosi - sono quarantasette - gli eventi collaterali disseminati in vari luoghi veneziani: mostre, installazioni, performance. A tenere insieme occasioni tanto diverse, la ricerca condivisa sul processo formativo e trasformativo che porta all’arte e all’artista, focus questo anche dei di Meetings on Art, conversazioni, racconti e incontri con Marco Paolini e altri quattro appuntamenti sul mito dell’artista autodidatta.
Il Palazzo Enciclopedico – Biennale Arte 2013
Venezia, Arsenale-Giardini
Dal 1 giugno al 24 novembre