Giustizia disciplinare e deontologia


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Palamara: non va privilegiata una logica burocratica

E’ stato il più giovane presidente dell’Anm luca_palamara_296

di Fabrizio de Jorio
(fabrizio.dejorio@rai.it)

Luca Palamara, pubblico ministero, dall’aprile del 2008 al marzo del 2012, a soli 39 anni è stato presidente dell’Associazione nazionale magistrati. E’ stato il più giovane presidente della storia della magistratura associata. Televideo l’ha intervistato in occasione del convegno a Roma sulla responsabilità disciplinare del giudice.

Quali sono i punti di criticità dell’azione disciplinare per i magistrati?
Il punto di maggiore criticità è rappresentato dal rischio di privilegiare una logica burocratica e formalistica da parte dei titolari dell'azione disciplinare. Ciò si desume dal notevole numero di iniziative disciplinari per ritardi nei depositi delle sentenze, che spesso trascurano le responsabilità organizzative dei dirigenti.

Cosa ne pensa delle proposte volte al superamento della sezione disciplinare del Csm a favore di una Corte di giustizia disciplinare con membri esterni al Consiglio per evitare il rischio di possibili conflitti d’interesse?
Questo è un tema agitato per dimostrare l’inefficienza del sistema disciplinare in Italia. Penso che il tema del disciplinare all’interno della magistratura sia un tema molto sensibile che deve essere trattato e affrontato da chi conosce le problematiche dell’agire quotidiano della giurisdizione. Vede, non tutti i tribunali sono uguali così come ogni procura ha problematiche diversa dall’altra: alcuni sono maggiormente oberati di lavoro altri soffrono di problematiche relativa alla carenza di organico anche del settore amministrativo. Insomma sono situazioni che debbono essere vagliate e valutate da chi è competente e conosce le funzioni del giudice. Appaltare all’esterno la titolarità della valutazione disciplinare rischia di avere effetti estremamente negativi.

Non c’è il rischio di una sorta di indulgenza corporativa dei magistrati che sono chiamati a giudicare dei colleghi?
No, assolutamente non è una difesa corporativa bensì noi ci battiamo affinchè il sistema disciplinare che costituisce uno dei tre aspetti importanti per realizzare l’auto riforma dell’ordinamento giudiziario, insieme alle nomine dei dirigenti e alle valutazioni della professionalità possa assumere realmente la funzione di colpire quelle sacche di inefficienza e quei comportamenti che chiaramente configgono con gli interessi disciplinari anziché essere considerato come uno strumento di difesa corporativo.

Sul tappeto c’è anche la proposta di una Corte disciplinare composta non solo di magistrati ordinari ma anche da membri della magistratura contabile e amministrativa. Un modo per evitare il sistema delle correnti all’interno della magistratura che potrebbero influenzare il giudizio disciplinare. Cosa ne pensa?
Credo fermamente nel principio di autogoverno della magistratura e ritengo che la proposta di una corte disciplinare composta non solo da magistrati ordinari rischi di minare questo principio. Sono invece favorevole ad una sezione disciplinare, sempre in seno al Consiglio superiore della magistratura, composta da membri diversi rispetto a quelli che si occupano e svolgono le funzioni previste dalle altre commissioni, ciò al fine di accentuare l'autonomia di giudizio. Ciò non significa rimanere chiusi a qualsiasi proposta di cambiamento. Il vero rinnovamento lo si può attuare realizzando l’autoriforma della magistratura valorizzando il merito e svincolandosi da una concezione che mira a difendere la logica di appartenenza alle correnti sul versante degli incarichi direttivi delle valutazioni di professionalità e del sistema disciplinare. Questa è la vera sfida su cui la magistratura è chiamata a pronunciarsi nel prossimo immediato futuro. Pensare che un aderente ad una determinata corrente debba farla franca anziché essere sanzionato è una sconfitta per tutti.

Parliamo di riforme. Recentemente l’Anm ha portato al ministro Cancellieri una bozza con alcune proposte tra le quali l’attuazione delle circoscrizioni giudiziarie, l’emergenza carceri, l’organico dei magistrati, ecc… Secondo lei quali altre riforme urgenti il parlamento dovrebbe affrontare?
Quelle indicate sono le reali emergenze del momento unitamente alla necessità di trovare dei rimedi correttivi al gravoso problema dell'arretrato tanto nel civile quanto nel penale. Di fondamentale importanza al riguardo appare essere la necessaria e inevitabile riforma della prescrizione per evitare che tanti processi vengano vanificati nel nulla.

Ritiene il disegno di legge sulle intercettazioni riproposto dal PdL sia da bocciare? Cosa ne pensa della legge anticorruzione?
Sono fermamente contrario alle riforme delle intercettazioni che mirano ammirare un indefettibili strumento investigativo. La legge anticorruzione necessita oggi di sicuri miglioramenti con particolare riferimento alla necessità di potenziare la disciplina del falso in bilancio e di introdurre il reato di auto riciclaggio.