Violati diritti di milioni di migranti


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'Basta scuse,si affronti emergenza Siria'

Il rapporto di Amnesty v

di Bianca Biancastri
(bianca.biancastri@rai.it)

I governi sono più preoccupati di proteggere i loro confini che i cittadini. Violati i diritti di milioni di persone che fuggono da conflitti e persecuzioni o alla ricerca di migliori condizioni di vita e di lavoro, fiaccati dalla crisi economica. Il mondo volge via lo sguardo anche dagli orrori che si compiono in Siria. “Basta scuse per non affrontare l’emergenza. Il rispetto per la sovranità degli Stati non può essere usato per non agire”, accusa Amnesty International nel suo rapporto annuale, chiedendo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di adoperarsi per fermare gli abusi che distruggono le vite umane e costringono le persone a lasciare le loro case. “Deve farlo, rigettando la teoria, ormai logora e moralmente corrotta, che gli omicidi di massa, la tortura e le morti per fame non devono riguardare nessun altro Stato”, afferma Carlotta Sami, direttrice di Amnesty Italia.

L’organizzazione internazionale per i diritti umani sottolinea che un altro anno è andato perso per la popolazione della Siria, dove poco o nulla è cambiato se non il sempre più alto numero di vite perse o distrutte. Le forze armate di Damasco hanno continuato a compiere attacchi indiscriminati e mirati contro i civili e a sottoporre a sparizioni forzate, detenzioni arbitrarie, torture ed esecuzioni, i sospetti oppositori. Condanna è stata espressa anche per le azioni dei gruppi armati che continuano a catturare ostaggi e a compiere esecuzioni sommarie e torture, seppur su scala minore.

Nel 2012, una lunga serie di emergenze dei diritti umani ha spinto alla fuga milioni di persone, dalla Corea del Nord al Mali, dalla Repubblica Democratica del Congo al Sudan. I diritti di 214 milioni di migranti –denuncia Amnesty- non sono stati protetti né dai loro governi né dagli Stati in cui si sono trasferiti. L’Unione Europea ha usato misure di controllo alle frontiere che mettono a rischio la vita dei migranti e dei richiedenti asilo e non garantiscono la sicurezza delle persone che fuggono dai conflitti e dalla persecuzione. “Milioni di migranti sono trascinati in un ciclo di sfruttamento, lavori forzati e abusi sessuali dalle politiche contrarie all’immigrazione”, denuncia Carlotta Sami.

Secondo il rapporto di Amnesty International, 112 Paesi sui 159 presi in considerazione hanno utilizzato la tortura nei confronti dei cittadini. In 80 Paesi si sono celebrati processi iniqui e in 50 le forze di sicurezza si sono rese responsabili di uccisioni illegali in tempo di pace. Il diritto alla libertà di espressione è stato represso in 101 Paesi mentre in 57 i “prigionieri di coscienza” sono rimasti in carcere. In 31 Paesi si sono registrate sparizioni forzate e in altri 36, uomini, donne e bambini hanno subìto sgomberi forzati. In 21 Paesi sono state eseguite condanne a morte.

Un passo avanti sulla strada della non violenza è stato fatto quando ad aprile le Nazioni Unite hanno adottato il Trattato sul commercio delle armi. Ora il mondo ha la speranza che le forniture di armi usate per commettere atrocità possano essere fermate.