di Mauro Caputi
Ultimi verdetti e proprio sul filo di lana. L’epilogo del campionato, in un turno quasi tutto serale, consegna il Milan ai preliminari di Champions e un’attonita Fiorentina all’Europa League. Dove va pure l’Udinese, maramaldeggiante a San Siro sull’Inter incapace di reagire. Per i nerazzurri 16 sconfitte nel torneo e nono posto che significa esclusione dalla griglia di principale della Coppa Italia.
Il Milan si presenta a Siena forte dei due punti di vantaggio sulla Fiorentina, ma conscio del fatto che il pari non basta (classifica avulsa favorevole ai viola). Un successo in casa dei toscani già retrocessi non sarebbe certo una sorpresa. E vittoria è stata, 2-1, ma maturata in modo rocambolesco e proprio nel finale. Non è un bel Milan quello che si vede al ‘Franchi’. Montolivo non trova gli spazi per lanciare i suoi nell’accorta difesa senese. La squadra di Iachini onora il campionato e cerca di sfruttare le occasioni. E’ così che al 25’ Terzi di testa (bel cross di Rosina) buca la retroguardia milanista e gela il tifo rossonero. Reazione immediata, con Balotelli che stampa un colpo di testa sulla traversa, ma il resto è confusione. Allegri non riesce a invertire la tendenza nella ripresa, l’unica mossa è gettare nella mischia El Shaarawy. A cavallo del 70’ rossi in successione per Ambrosini e poi Terlizzi (entrambi doppio giallo). Il Milan rischia molto in contropiede e butta palloni in area, sperando che succeda qualcosa. E così è: all’84’ Bergonzi giudica da rigore un contatto fra Felipe e Balotelli e il nazionale fa 1-1 dal dischetto. La gioia dopo la paura all’87’, con Mexes pescato sul filo del fuorigioco a tirare due volte: la prima addosso a Pegolo, la seconda in rete. Fine dell’incubo, la prossima stagione comincerà dal preliminare Champions di agosto.
Per chi fa festa c’è chi lascia il campo amaramente nonostante una goleada. La Fiorentina vince 5-1 a Pescara e il volto scuro di Montella mentre lascia il campo, dopo aver ascoltato per radio l’epilogo di Siena, esprime chiaramente le emozioni per un obiettivo sfumato col sapore della beffa. Per i viola ci sono la tripletta di Ljaijc (16’, 24’, 59’) e i gol di Mati Fernandez (28’) e Jovetic (54’). Al montenegrino il gol mancava dal 10 marzo. Al 64’ entra Giuseppe Rossi, la scommessa gigliata per la prossima stagione (due infortuni lo hanno tenuto fermo 18 mesi). L’orgoglio del Pescara porta al gol di Vittiglio (76’). Ma l’attenzione della Fiorentina era su un altro campo, da cui sono arrivate pessime notizie.
A far compagnia ai viola in Europa League c’è l’Udinese. I Guidolini boys disintegrano l’Inter a San Siro 5-2. Neanche un giro di lancetta che Pinzi ha sbloccato il risultato. Al 10’ Domizzi raddoppia di testa su punizione di Di Natale prolungata da Alvarez. Dopo 2’ l’Inter batte un colpo con Juan Jesus (Brkic non impeccabile). Ma le velleità nerazzurre vengono spazzate via dalla perla di Di Natale (41’): colpo a giro dal vertice dell’area sul palo opposto, tutto il ‘Meazza’ in piedi ad applaudire. La ripresa si apre col gol in contropiede di Gabriel Silva. Rocchi si fa notare colpendo un palo e poco dopo (63’) trovando il gol del 2-4 su assist del redivivo Palacio. Rete inutile, anche solo per sognare: 3’ dopo Muriel assiste al pasticcio Nagatomo-Handanovic e fissa il 5-2.
Il risultato di San Siro rende vano qualsiasi sforzo della Lazio a Trieste, casa del Cagliari alla ricerca di uno stadio. I sardi s’impongono 1-0 col colpo di testa di Dessena su assist di Cossu al 75’. La Lazio aveva provato a fare la partita, ma in realtà i rossoblù erano stati più efficaci anche nel primo tempo, con la traversa colpita da Avelar.
I biancocelesti subiscono il sorpasso della Roma al sesto posto (ma i conti veri si faranno domenica nella finale di Coppa Italia, derby all’Olimpico che vale l’ultimo posto per l’Europa). I giallorossi, infatti, superano 2-1 il Napoli sulla cui panchina Mazzarri si è seduto per l’ultima volta (“Il mio ciclo è finito”, ha detto il tecnico dopo il 90’). Squadra di Andreazzoli più volitiva, per offrire al pubblico un antipasto della Coppa Italia. Cavani spaventa Lobont, ma è il Napoli a correre il rischio più grosso in finale di frazione: Rosati salva su Marquinho, palla a Destro che prende il palo a porta vuota. La ripresa si apre col gol di Marquinho (47’, gran destro), bissato 11’ dopo da Destro, che salta Rolando e deposita in rete. All’84’ ultimo graffio di Edinson Cavani in questo campionato grazie a un rimpallo favorevole. Il ‘matador’ è capocannoniere con 29 gol.
L’ottavo posto è del Catania, mai in affanno a Torino. Il 2-2 finale è anche frutto della tranquillità dei siciliani attenti al risultato di San Siro: il tracollo dell’Inter li consegnava direttamente agli ottavi di Coppa Italia anche in caso di sconfitta. Fra i granata brilla il solo Cerci, gli etnei sono squadra. Al 25’ Almiron realizza dopo l’imperiosa percussione di Castro. Il Catania non esagera e Cerci trova giusta gloria con un bel diagonale al 53’. Ospiti di nuovo avanti con Bergessio, lesto ad avventarsi su una palla persa da Ogbonna (70’). Pari definitivo di Bianchi (entrato nella ripresa a furor di curva) con un tocco ravvicinato su assist dell’inesauribile Cerci (83’).
Il Palermo saluta la serie A con un’altra sconfitta interna che fotografa il pessimo momento di sorte dei rosanero. Il Parma vince 3-1 al ‘Barbera’ una partita fatta quasi esclusivamente dai padroni di casa. Mirante salva tutto ed è emblematica l’azione del 14’: palo di Hernandez, riprende Formica, prodigio Mirante, ancora Formica appoggia fuori. I gol li fa, invece, il Parma: tre in 7’. Al 38’ gran botta al volo di Gobbi, al 41’ Valdes in contropiede, al 45’ Belfodil ancora in contropiede. E’ Miccoli, su punizione al 76’ a salvare la bandiera del Palermo che, almeno in quet’occasione, avrebbe meritato di più.
Nel pomeriggio le due partite senza interessi di risultato. Sono due pareggi per molti versi comunque apprezzabili. A Bologna finisce 0-0 fra i felsinei e il Genoa. Gli ospiti si fanno vedere solo nel primo tempo con Borriello e Floro Flores, la spinta dei padroni di casa è invece costante ed esalta il portiere Donnarumma (esordiente in A). Inoltre, Kone (nel primo tempo) e Diamanti (nel secondo) scuotono la traversa. Il Bologna avrebbe meritato il bottino pieno, la sorte non è stata propizia. Comunque, il campionato era già finito.
A Bergamo 4 gol in Atalanta-Chievo, con i padroni di casa in maglia ‘retrò’ per celebrare la Coppa Italia vinta nel 1963. I nerazzurri vogliono salutare il proprio pubblico con un successo e Stendardo, approfittando di un pasticcio della difesa clivense, mette subito la freccia. Il Chievo è disordinato, Carmona e Giorgi non riescono a raddoppiare. Dramé si immola su Denis, quindi, al 76’, il Chievo trova l’insperato pari con Thereau lanciato sul filo del fuorigioco. L’Atalanta non ci sta, ma rischia in un paio di occasioni. Tuttavia trova il premio col sinistro di Giorgi da fuori area che sorprende Squizzi all’84’. Ma il Chievo non è domo. Al 3’ di revupero, quando mancano 10” al termine del campionato, Thereau confeziona la doppietta del 2-2 e sale a 11 gol. Un bel traguardo per il francese al terzo anno nel Chievo.