Calcio \ Serie A


Stampa

La Juventus è campione d'Italia

A Torino grande festa per la Signora. Ventinovesimo titolo, il secondo di Conte. Il Napoli blinda il secondo posto (3-1 all'Inter), il Milan (1-0 al Toro) allunga sulla Fiorentina. Pescara matematicamente retrocesso vidal_296

di Gianluca Luceri

La trentacinquesima giornata è quella della festa. La Juventus batte 1-0 il Palermo allo 'Stadium' e conquista - con tre giornate di anticipo - il 29° scudetto della sua storia, il 31° per i tifosi (irriducibili e non, ma questa è un'altra storia...), il secondo consecutivo dell'era-Conte. E' un rigore del cileno Vidal al 59' (fallo veniale di Donati su Vucinic) a piegare un Palermo disperato e a consegnare il titolo nelle mani dei bianconeri, protagonisti di una cavalcata da record non ancora terminata: 83 punti realizzati finora, 26 vittorie su 35 partite, 8 mesi ininterrotti da capolista. Un trionfo scritto nei numeri e senza macchia: la Juve si è confermata, come l'anno scorso, la squadra nettamente più forte e più continua. La partita con i rosanero - a Pirlo e compagni bastava anche un punto - si rivela tutt'altro che semplice: il Palermo vende cara la pelle, tiene bene il campo nel primo tempo (soporifero) e in avvio ripresa centra anche un palo con Miccoli. Gli uomini di Conte, dopo il vantaggio, arrivano però tre volte vicinissimi al raddoppio (con Chiellini e Vucinic, più una traversa di Quagliarella) e all'83' perdono per espulsione il talentuoso Pogba, reo di aver sputato ad Aronica. Brutto gesto. E' questa però l'unica (piccola) ombra di una domenica fatta di gioia, lacrime e champagne.

Il secondo posto non è ancora del Napoli solo per questioni matematiche. Nel posticipo del ‘San Paolo’ i partenopei affondano 3-1 un’Inter sempre più ‘groggy’ e ora con pochissime speranze di agguantare il treno Europa League. Mattatore della serata è il solito Cavani, con una tripletta che lo porta a quota 26 gol in campionato e 101 con la maglia del Napoli. Lo score si sblocca già al 3’, con Pandev che serve il ‘Matador’ in mezzo ai distratti difensori centrali nerazzurri: nulla può Handanovic. La reazione della squadra di Stramaccioni, che ha dovuto rinunciare pure a Rocchi ed è quindi senza punte di ruolo, è affidata alle conclusioni di Guarin. La luce per gli ospiti si riaccende al 23’, quando Giannoccaro valuta da rigore un contatto di Zuniga su Alvarez. Dal dischetto l’argentino fa 1-1. Ma 10’ dopo il Napoli mette la freccia, sempre su rigore: il contatto Jonathan-Zuniga manda un implacabile Cavani in gol dagli undici metri. Per il Napoli non è complicato controllare la reazione dell’Inter, che rischia Cambiasso nella ripresa. Al 78’ un errore in uscita di Handanovic su cross di Pandev consente all’uruguaiano il comodo tris.

Balotelli segna, Abbiati para tutto: il Milan piega un bel Toro con un tap-in di SuperMario all'84' e compie un passo forse decisivo verso il terzo posto Champions.

Sono 4 adesso i punti di vantaggio sulla Fiorentina, affondata sabato dalla Roma al Franchi: il margine non è rassicurante ma quasi, considerato che ormai mancano solo 270 minuti alla fine del campionato e il calendario rossonero non è certo impossibile. Dicevamo di Abbiati: il portiere rossonero, sul punteggio di 0-0, tiene letteralmente in piedi la nave con due interventi miracolosi, entrambi su Barreto (uno nel primo, uno nel secondo tempo). Il Milan fatica a costruire e l'assenza di Montolivo in quest'ottica pesa come un macigno: manca l'ultimo passaggio. Ci provano El Shaarawy, Muntari e Boateng ma la muraglia granata resiste senza grandi tentennamenti: l'obiettivo è ripartire veloce in contropiede e quando avviene, il Toro mette i brividi a San Siro. Ma nel finale, dopo un lancio di Nocerino e una sponda di Mexes, Balotelli fa saltare il banco regalando ad Allegri una vittoria d'oro massiccio.

Quinto successo consecutivo per la splendida Udinese di Guidolin, protagonista di un girone di ritorno a tinte forti e di una rimonta europea che in pochi potevano immaginare. Al Friuli, contro una Sampdoria non ancora salva, finisce 3-1, risultato pesantissimo che tiene i friulani ben saldi alla sesta posizione. Il botta e risposta fra Di Natale (29') e Eder (34') scandisce un primo tempo equilibrato ma povero di emozioni. La ripresa nasce ancora sotto lo stellone di un infinito Totò Di Natale (52'), che confeziona doppietta personale e 20° gol stagionale. I blucerchiati, incassato lo svantaggio, reagiscono d'impeto ma non hanno fortuna: Brkic prima rischia una papera colossale poi ferma con un grande volo il brasiliano Eder, il più attivo degli attaccanti di Delio Rossi. Nel finale entra Muriel e la partita si chiude: il gentile omaggio del portiere Romero, che serve maldestramente il colombiano, costringe la Samp ad alzare bandiera bianca (87') e a cercare altrove i punti della tranquillità.

Si rialza dopo un periodo di tormenti la Lazio, che all'Olimpico 'esagera' (6-0) contro un demotivato e ormai tranquillo Bologna. L'uomo del match è un ritrovato Miroslav Klose, che sembra di nuovo scaldare i motori in vista della fondamentale finale-derby contro la Roma. Il bomber tedesco firma addirittura una cinquina, inframmezzata dal timbro del 2-0 targato Hernanes. La partita in pratica non c'è: in campo dei felsinei c'è solo la maglia e al 39' del primo tempo lo score dice già 4-0, con i biancocelesti che tra il 22' e il 39' calano un poker nella rete del malcapitato Stojanovic. Per Petkovic un successo che fa morale e soprattutto classifica: la Lazio resta in scia Europa League anche se in questo momento, come settima classificata, sarebbe fuori dalle coppe. Ma è ancora presto per certi conti e poi c'è la 'variabile' coppa Italia che potrebbe illuminare (o affossare) all'ultima curva la stagione dell'Aquila.

Bergessio (14'), Bergessio (52'), Bergessio (71'): la tripletta dell'argentino al Massimino esalta il Catania e scaraventa il Siena, reduce da tre ko consecutivi, verso la serie B. La matematica non condanna ancora i toscani, ma il successo del Genoa mette una pietra quasi tombale sulle speranze della formazione di Iachini che negli ultimi tre turni affronterà, fra l'altro, Fiorentina, Napoli (fuori) e Milan: più che un'impresa, servirebbe un miracolo di proporzioni bibliche. Gli etnei, attualmente noni, hanno ancora qualche piccolissima chance di Europa League, ma realisticamente si tratta di un traguardo quasi impossibile. Comunque finisca, il giudizio sulla squadra di Maran non cambia: questa stagione è da applausi a scena aperta.

Ride e gode il Genoa, che 'vede' la salvezza dopo il poker di Marassi al Pescara (4-1), per cui la retrocessione diventa un verdetto matematico. Gli abruzzesi tornano in serie B dopo una sola stagione, il Grifone allunga a +3 sul Palermo e +5 sul Siena: la lotta è tutt'altro che finita ma l'orizzonte oggi è decisamente meno cupo. Floro Flores (19'), la doppietta di Borriello (30' e 54') e Bertolacci (70') decidono una gara con poca storia. L'ex Sculli segna al 35' il momentaneo 2-1 ma si tratta di un lampo nella notte. I padroni di casa controllano senza problemi il match di fronte ad una squadra ormai rassegnata al peggio. Per i rossoblù di Ballardini ci sono adesso Torino, Inter e Bologna, tre sfide che potrebbero regalare a Preziosi, dopo tanta paura, un'altra stagione nel calcio che conta.

Statistiche a parte, non contava più Parma-Atalanta, vinta senza problema dai ducali per 2-0 con un lampo per tempo: 1-0 di Parolo al 45', raddoppio di Biabiany al 58'. I gialloblù di Donadoni, a 43 punti, sono aritmeticamente salvi e beati. I bergamaschi, spenti e mai in partita, restano comunque (con 39 lunghezze) sopra la soglia-pericolo. La sfida casalinga di domenica prossima contro la Juve già campione d'Italia, dovrebbe regalare a Colantuono quanto ancora manca per festeggiare.