di Rita Piccolini
(r.piccolini@rai.it)
“Renzo Arbore. Vita, opere e (soprattutto) miracoli”. E’ questo il titolo di un libro di Gianni Garrucciu, edito da Rai Eri, che ricostruisce attraverso racconti, aneddoti, testimonianze di esponenti del mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo, la vita di un personaggio molto amato della televisione italiana, creatore e animatore di trasmissioni mitiche, sia televisive che radiofoniche, che vengono tuttora portate come esempio di creatività e cultura, divertimento e ironia, dosate sapientemente con garbo e buon gusto e arricchite da gag esilaranti.
A definire Renzo Arbore uno dei “grandi” della Rai è un altro “grande” della televisione italiana: Sergio Zavoli, giornalista, scrittore, ex presidente dell’Azienda, presidente uscente della Commissione di Vigilanza Rai, un vero e proprio “padre fondatore” del Servizio pubblico. Lo fa nella prefazione del libro di Gianni Garrucciu, spiegando che se gli chiedessero di nominare un programma televisivo da portare come esempio di “esemplarità tecnico –estetica” e come strumento efficace per la crescita culturale e civile del nostro paese, non avrebbe alcuna riserva nell’indicare un programma assolutamente inedito nel panorama televisivo quale “Quelli della notte”.
“Arbore- scrive Zavoli- è un interprete esemplare di una diversità che sta in cima a ogni progetto creativo destinato ai palinsesti della Tv pubblica” e ricorda che “al centro di quell’happening temerario, ma incrollabile c’era lui. Esperto di jazz, garbato e godibilissimo affabulatore di parole e suoni, con il pensiero veloce degli illusionisti di rango…giovane intellettuale votato all’invenzione, con l’istinto di chi tiene insieme le contaminazioni più ardite e i più teneri abbandoni, con la maestria di un regista surreale e grottesco, invogliante e pungente”. “Un uomo a colori” insomma, così come efficacemente lo definisce l’amica e collaboratrice Marisa Laurito in una testimonianza riportata nel libro.
Fu un programma intelligente quello ideato e condotto da Renzo Arbore, a cominciare dal titolo, che era divertente e ironico e rivolto a chi, dopo i telegiornali, gli speciali, gli approfondimenti, i film d’autore, le telenovelas, desiderava finire la giornata sorridendo o persino ridendo a crepapelle. Perché anche a questo serve il servizio pubblico, a divertire in modo intelligente. Saper ridere e far ridere è segno inequivocabile di acume, ironia e apertura mentale. Arbore con il suo clarinetto e la sua pattuglia buffa di personaggi, (come non ricordare Frassica, Laurito, Pazzaglia, Bracardi, D’Agostino, Ferrini, Marenco, Luotto, Catalano?) seppe far questo. E scusate se è poco.
Alla presentazione del libro di Garrucciu a lui dedicato Renzo Arbore chiarisce ulteriormente il suo concetto di televisione di qualità che, afferma, non deve necessariamente essere condizionata dal meccanismo degli indici di ascolto e dello share. “Quelli della notte”, la trasmissione che tutti ricordano con piacere, aveva un numero ridotto di super affezionati. Circa un milione e mezzo di spettatori notturni che non rappresentavano un seguito “alto” nella logica dell’Auditel. Eppure la trasmissione ha fatto scuola. “La qualità e la quantità” non sempre coincidono ribadisce Arbore e soprattutto qualità non significa necessariamente seriosità. Cultura è anche divertimento.
Il libro, grazie ad aneddoti per lo più inediti, racconta episodi significativi della vita artistica di Arbore e, e nella seconda parte, le testimonianze di chi lo ha conosciuto personalmente sia per motivi di lavoro che personali: tra i tanti, Pupi Avati, Pippo Baudo, Roberto Benigni, Gianni Boncompagni,Mariangela Melato,Gigi Proietti, Walter Veltroni, Paolo Villaggio.
Gianni Garrucciu, autore del libro, è un giornalista e saggista. Prima di essere assunto in Rai come giornalista ha lavorato per numerosi quotidiani e ha collaborato con le maggiori testate nazionali televisive e radiofoniche. Ha lavorato nel settore Programmazione come autore di testi e conduttore di inchieste. Tra i suoi saggi ricordiamo: ” Il telegiornale tra informazione potere e spettacolo” (Capone, 1992); “Buonasera ovunque voi siate (Rai Eri, 2004); “Giovanni Paolo II .L’uomo che ha cambiato gli uomini” (Rai Eri,2006).