La Commissione Ue insiste sulla lotta all'evasione fiscale e lancia una nuova iniziativa per rendere piu' complicata la vita agli evasori: una piattaforma dove ong, autorita' nazionali, parlamento Ue e altri esperti nominati dalla commissione si assicureranno che gli Stati membri stiano portando avanti una efficace lotta alle frodi al fisco. "Assicurera' che i risultati delle azioni riflettano le aspettative", ha detto il commissario al fisco Algirdas Semeta.
La nuova piattaforma sara' composta da 45 membri: un delegato di alto livello di ogni autorita' fiscale degli Stati e fino a 15 rappresentanti non governativi, scelti dalla commissione ue con una procedura Aperta di candidature. Il loro mandato durera' tre anni. La prima riunione e' fissata gia' per il 10 giugno.
Gli esperti avranno il compito di monitorare i progressi dei 27 paesi Ue sulle due raccomandazioni della commissione in materia di fisco. La prima chiede agli stati di individuare i paradisi fiscali e inserirli nelle loro black list. La seconda individua diverse strade per bloccare le imprese che evadono, sfruttando le maglie dei diversi sistemi fiscali.
L'iniziativa di Bruxelles serve "come fonte di pressione sugli Stati, perche' di recente abbiamo visto un nuovo slancio sulla lotta all'evasione che pero' deve tradursi in azioni concrete e non deve cadere di nuovo", ha detto Semeta. Nel frattempo, spiega il commissario, l'Ue fa pressione anche sui partner internazionali perche' collaborino alla battaglia contro chi froda il fisco e quindi i cittadini stessi spesso costretti a "pagare per altri". "abbiamo spinto la nostra posizione sulla necessita' dello scambio automatico di Informazioni anche al G20", ha detto Semeta, convinto che "l'approccio unitario e' l'unico modo per riscuotere le tasse legittime".
La commissione rinnova poi l'invito agli Stati a fare in fretta, e approvare al prossimo Ecofin (15 maggio) il mandato per aggiornare l'accordo sullo scambio di informazioni con i cinque paradisi extra-Ue (Svizzera, Liechtenstein, Principato di Monaco, Andorra e San Marino). Il mandato finora e' stato bloccato dall'Austria e dal Lussemburgo perche' con un nuovo accordo decadrebbe l'eccezione di cui godono nella Ue che consente loro di tenere il segreto bancario, ma solo finche' non si sblocca il negoziato con i paradisi extra-Ue. Ma dopo l'apertura del Lussemburgo, disposto a rinunciare alla segretezza delle informazioni sui conti correnti, l'Austria e' rimasta da sola. Ma e' in corso un dibattito interno al Paese, ed entro il vertice di maggio dedicato proprio all'evasione dovranno prendere una posizione.