Il bullismo è una forma di abuso di potere. Il 60 per cento dei bulli rischia, in età adulta, di diventare un delinquente, di avere esperienze carcerarie, e di fare uso di droghe e di alcol. Ma a preoccupare di più, perché in continua crescita, è il fenomeno del cyberbullismo: secondo uno studio presentato a Napoli il 30% dei ragazzi intervistati dichiara di esserne già stato vittima.
Le nuove tendenze in fatto di bullismo sono emerse nel corso di un incontro a Città della Scienza promosso dal progetto Label, Laboratori su antisocialità, bullismo ed educazione alla legalità nella scuola, organizzato in collaborazione con la Seconda Università di Napoli e l'Osservatorio regionale sul bullismo dell'Ufficio scolastico regionale della Campania.
Label nasce per volontà dell'Usr della Campania e cerca di offrire strumenti per fronteggiare il bullismo ad insegnanti e personale della scuola. Il fenomeno è trasversale: in tutte le scuole di ogni ordine e grado gli atti di bullismo tra maschi e femmine sono in crescita. Emergono però negli ultimi anni anche nuove forme come il cyberbullying e l'omofobico.
Dallo studio sul bullismo presentato da Dario Bacchini, professore di Psicologia dello Sviluppo della Sun di Napoli, emergono diversi dati preoccupanti: ''Abbiamo parlato con 4.760 bambini e ragazzi delle scuole regionali delle classi IV elementare, II media, II superiore e V superiore - spiega Bacchini -. Abbiamo posto loro alcune domande per comprendere bene reazioni, stati d'animo, e soprattutto quanti sono gli atti di bullismo nelle nostre scuole. Ed e' venuto fuori che l'atto di bullismo è un sistematico abuso di potere. I bulli hanno fiancheggiatori, vogliono sottomettere le vittime e quasi sempre ci sono delle modalità di intervento specifiche per maschi e femmine. Un atto di bullismo porta sempre a conseguenze psicologiche sia per le vittime che per prepotenti''.
Dal rapporto emerge che i bambini e i ragazzi intervistati spesso non raccontano ne' di essere vittime ne' di compiere atti di bullismo. Il 19 per cento dei maschi dice di essere stato almeno una o due volte vittima di atti violenti, così come il 23 per cento delle ragazze. Le modalità sono diverse: nella sfera maschile il bullismo si manifesta con la violenza fisica (calci e pugni), l'esclusione dal gruppo è quasi sempre legato a quella femminile.
''Il dato più allarmante - aggiunge Bacchini - è che il 30% dichiara di essere già stato coinvolto in atti di cyberbullismo. La rete, soprattutto in età di scuola media e superiore, è un'arma dalla quale è difficile difendersi''. ''Questa nuova frontiera del bullismo è a noi veramente poco nota - spiega l'assessore all'Educazione del Comune di Napoli, Annamaria Palmieri -, va studiata e compresa. Ed è anche giusto ricordare che non sempre fenomeni violenti si verificano in contesti disagiati, anzi si verificano più casi proprio nelle classi medio alte. Il ruolo fondamentale lo deve sempre svolgere la famiglia, ma anche la scuola deve saper rispondere''.