Via libera dal governo


Stampa

Debiti P.A., varato il decreto

Obiettivo liquidare 40 miliardi in due anni palazzo_chigi_296

L'emissione di titoli di Stato e nessun aumento dell'addizionale regionale Irpef per reperire le risorse, pari a 40 miliardi nel biennio 2013-2014, che il Governo mette sul piatto per ripianare l'enorme debito accumulato dalle pubbliche amministrazioni nei confronti dei propri fornitori. La conferma che per pagare le imprese non verranno aumentate le tasse arriva dalla bozza del provvedimento sul tavolo del consiglio dei ministri, dopo lo 'stop' di mercoledì scorso dovuto alla necessità di approfondimenti.

Le imprese chiedevano meccanismi più lineari per i trasferimenti delle risorse dallo Stato centrale agli enti locali. E, dopo un altro round di incontri con le associazioni, il governo ha messo a punto un provvedimento che cerca di contemperare la richiesta di chiarezza nelle procedure con la necessità di una stretta vigilanza sui pagamenti per evitare sforamenti: mantenere il deficit sotto il tetto del 3% rimane l'obiettivo inderogabile.

La bozza del decreto prevede infatti che se fosse a rischio l'obiettivo del Deficit/Pil sotto il 3% andrebbero rimodulate le spese previste per il rimborso di 40 miliardi di debiti nel biennio 2013-2014. Infatti, ai fini del rispetto dell'obiettivo programmatico in termini di indebitamento netto, si legge nel testo del provvedimento, il Ministero dell'economia e delle finanze "effettua il monitoraggio dell'attuazione delle misure previste dal presente decreto".

Tenuto anche conto degli andamenti di finanza pubblica, qualora "emerga il rischio del mancato raggiungimento dell'obiettivo", previa apposita relazione da inviare al Parlamento o da allegare comunque alla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, il governo "può disporre con proprio decreto la rimodulazione per gli anni 2013 e 2014 delle spese autorizzate dal presente provvedimento" o "l'adozione di provvedimenti correttivi urgenti".

Per i maggiori interessi del debito pubblico derivanti dal pagamento dei debiti della p.a. verso le imprese il governo ricorre anche a un taglio lineare alle dotazioni dei ministeri: ad essi, sempre secondo la bozza del decreto, si provvede ''con corrispondente riduzione lineare delle dotazioni finanziarie disponibili, iscritte a legislazione vigente in termini di competenza e cassa, nell'ambito delle spese rimodulabili delle missioni di spesa di ciascun Ministero''. Dalla riduzione sono esclusi gli stanziamenti relativi al Fondo sviluppo e coesione. Le amministrazioni potranno proporre ''variazioni compensative'' nel rispetto dell'invarianza sui saldi di finanza pubblica, entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto.

Nel provvedimento si precisa che vanno rimborsati prima i crediti vantati dalle imprese, poi quelli ceduti alle banche. "I pagamenti di cui al presente decreto sono effettuati dando priorità, ai fini del pagamento, ai crediti non oggetto di cessione pro soluto. Tra più crediti non oggetto di cessione pro soluto il pagamento deve essere imputato al credito più antico, come risultante dalla fattura o dalla richiesta equivalente di pagamento", si legge nella bozza.

Dal punto di vista operativo, la certificazione dei crediti dovuti dalle pubbliche amministrazioni ai propri fornitori è effettuata ''esclusivamente mediante la piattaforma elettronica'' predisposta dal Mef.Nella bozza del dl viene indicato anche un termine ''perentorio'' per la comunicazione dell'elenco dei debiti: il 15 settembre 2013. Entro quella data devono essere indicati i debiti ''maturati alla data del 31 dicembre 2012, con l'indicazione dei dati identificativi del creditore'', si legge nel documento.

Pagheranno anche di tasca propria i dirigenti delle amministrazioni pubbliche che ometteranno di registrare online i debiti per la loro certificazione. La multa e' pari a ''100 euro per ogni giorno di ritardo nella registrazione sulla piattaforma elettronica''.

All'articolo sette della bozza del dl si legge che ''le amministrazioni pubbliche, ai fini della certificazione delle somme dovute'' provvedono ''a registrarsi sulla piattaforma elettronica per la gestione telematica del rilascio delle certificazioni, predisposta dal Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della ragioneria generale dello Stato'' entro 20 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto sui pagamenti dei debiti della P.A. ''La mancata o tardiva registrazione sulla piattaforma elettronica e' rilevante ai fini della misurazione e della valutazione della performance individuale dei dirigenti responsabili e comporta responsabilità dirigenziale e disciplinare'', precisa il documento che indica anche la 'multa' per i dirigenti responsabili.

Per quanto attiene il pagamento dei debiti degli enti locali, ''e' istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze un fondo, denominato 'Fondo per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi liquidi ed esigibili', con una dotazione di 2 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014''. I pagamenti di ''debiti certi liquidi ed esigibili'' inclusi i pagamenti delle province in favore dei comuni, ''maturati alla data del 31 dicembre 2012, sostenuti nel corso del 2013 dagli enti locali, sono esclusi dai vincoli del patto di stabilità interno per un importo complessivo di 5 miliardi di euro''.

E gli enti locali carenti di liquidità per il pagamento dei debiti verso le imprese possono chiedere un anticipo alla Cassa depositi e prestiti. Gli enti locali "che non possono far fronte ai pagamenti dei debiti certi liquidi ed esigibili maturati alla data del 31 dicembre 2012 a causa di carenza di liquidità, possono chiedere alla Cassa depositi e prestiti, secondo le modalità stabilite nell'addendum di cui al comma 11, entro il 30 aprile 2013, l'anticipazione di liquidità da destinare ai predetti pagamenti". L'anticipazione è concessa, entro il 15 maggio 2013, a valere sul Fondo e deve essere restituita, ''con piano di ammortamento a rate costanti, comprensive di quota capitale e quota interessi, con durata fino a un massimo di 30 anni''.

Per favorire l'accelerazione dei pagamenti dei debiti degli enti del Servizio sanitario nazionale lo Stato è autorizzato ad effettuare anticipazioni di liquidità alle Regioni e alle Province autonome fino a 14 miliardi di euro, di cui 5 miliardi per l'anno 2013 e 9 miliardi per il 2014.