Dopo il 'caffè sospeso', tocca alla 'pizza a otto giorni'. In tempi di crisi, Napoli si appiglia alla sua tradizione e rilancia usi e costumi risalenti alla prima meta' del secolo scorso. L'ultima iniziativa è del pizzaiolo Gino Sorbillo, proprietario dell'omonima pizzeria in via Tribunali, nel cuore del centro storico della città. Si chiama 'pizza a otto giorni': mangi una pizza oggi e la paghi dopo una settimana. Un "atto di fiducia, amore e solidarietà, in un momento di gravissima crisi economica come questo, con le famiglie che non ce la fanno neanche a garantire il piatto a tavola", spiega Sorbillo.
Con lui, il commissario regionale dei Verdi ecologisti campani Francesco Emilio Borrelli e i proprietari del Gran Caffè Gambrinus, che già da qualche tempo caldeggiano il ritorno di un'altra tradizione napoletana postbellica, il 'caffè sospeso': consiste nell'ordinare due o più caffè consumandone uno solo, lasciando i restanti a chi non può permetterselo. Se ne interessò anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella sua ultima visita napoletana, quando non mancò di fare una tappa al caffè di piazza Trieste e Trento.
Adesso tocca a un altro simbolo della tradizione enogastronomica di Napoli, la pizza: "Scende in campo la Napoli della solidarieta'", dichiarano Sorbillo e Borrelli che non rinunciano a una vena polemica: "Sarà anche il momento per denunciare l'ennesima promessa mancata del Gambero Rosso che, dopo aver escluso Napoli dal top delle pizzerie italiane, aveva annunciato la realizzazione di una guida riparatrice di cui nessuno ha saputo più nulla".