''Nel giro di pochi mesi alcune migliaia di hotel rischiano di chiudere''. A ridosso della Pasqua, il presidente di Federalberghi, la federazione più rappresentativa degli albergatori, Bernabò Bocca, aveva lanciato l'allarme e chiesto un Piano di emergenza per salvaguardare i lavoratori e le aziende del settore. Non era la prima volta che lo faceva. Solo un mese fa Federalberghi aveva calcolato che nel 2012 agli albergatori l'Imu è costata in media 16 mila euro, l'80% in piu' dell'Ici. Per l'esattezza, per ognuno dei 34 mila alberghi esistenti in Italia l'Imu aveva rappresentato un esborso medio pari a 16.830 euro, per un controvalore di 523 euro per camera.
Anche allora Bocca aveva ammonito: ''Centinaia se non migliaia di alberghi rischiano la chiusura per fallimento''. Martedì la notizia del suicidio di Edoardo Bongiorno, 61 anni, che si è ucciso a Lipari con un colpo di pistola nel suo albergo, l'hotel Oriente, a cui aveva dedicato la sua vita e che aveva ereditato dal padre Leonida.
''La situazione attuale, con drastici cali nei ricavi e contemporanei aumenti di costi e di tasse, uniti alle difficoltà delle imprese nei confronti del mondo bancario, rischia di spingere alcuni imprenditori a gesti estremi", commenta Bocca. "Dobbiamo trovare rapidamente soluzioni che permettano di uscire dalla spirale che ormai accomuna imprenditori e lavoratori. Il turismo, che, insieme alla cultura, costituisce la risorsa essenziale dell'Italia, necessita di un piano straordinario per riportarlo ai passati livelli di concorrenza europea e mondiali", osserva il senatore del Partito Democratico Raffaele Ranucci, il quale si augura che le commissioni speciali di Camera e Senato ''pongano questo comparto strategico per la nostra economia al centro delle misure prioritarie".
''Non possiamo non denunciare ancora una volta - afferma Nico Torrisi, presidente regionale siciliano e vice presidente nazionale di Federalberghi - la violenta crisi economica attuale della quale non tutti sembrano essere consapevoli. L'appello di Federalberghi è che tutte le istituzioni politiche, le rappresentanze delle categorie datoriali e lavorative, il sistema bancario, ridiano fiducia ad un intero comparto che è stato nei fatti abbandonato negli ultimi anni. Urgono risposte che siano adeguate e non seguano più gli schemi tradizionali che portano a scelte non dettate dalle urgenze del momento che viviamo".
Nel 2012 sono stati persi 7 milioni di pernottamenti negli alberghi italiani, conseguenti ad un calo di presenze turistiche pari al -2,5%. Il settore ha perso 3 miliardi di giro d'affari. L'anno si è chiuso con una diminuzione del 3% del lavoratori occupati, quantificabile, nel solo comparto alberghiero, in 10 mila unità e in qualcosa come 60 mila a livello aggregato di settore. Ora dalla politica gli albergatori si aspettano agevolazioni fiscali, dall'Imu alla Tares, semplificazioni per l'accesso al credito, promozione massiccia verso i Paesi ad economia forte della destinazione Italia, drastica riduzione del costo del lavoro.