Due milioni di impiegati in meno e un esercito di manager in più. La crisi del 2007 e il boom delle nuove tecnologie stanno cambiando il mercato del lavoro americano, aumentando i rischi per la classe media, che vede sottrarsi occupazioni che fino a pochi anni facevano la sua ricchezza.
Dal 2007 gli Stati Uniti contano su 2 milioni in meno di impiegati: un dato che ''mostra un rapido cambiamento strutturale che potrebbe tradursi in un accentuarsi delle diseguaglianze''. E che aiuta a spiegare il calo del reddito medio delle famiglia americane, sceso del 5,6% dal giugno 2009 a 51.404 dollari nonostante la ripresa economica in atto.
Una ripresa di cui raccoglie i frutti solo il 10% nella fascia alta della popolazione. Il rapido cambio in atto - riporta il Financial Times - e' in parte legato al boom delle nuove tecnologie che 'distruggono' lavori prima esclusivi della classe media, anche se creano occupazioni per lavoratori altamente qualificati. E con le macchine che sostituiscono gli uomini, cala il numero di cassieri e contabili, ma anche di dattilografi e archivisti.
''Stiamo assistendo a una crescita delle occupazioni che richiedono complesse e personalizzate interazioni e un continuo calo nei lavori di routine e di produzione che possono essere automatizzati'', afferma Susan Lund, coautore di un rapporto sul futuro del lavoro del McKinsey Global Institute. Il trend in atto ''mostra quanto sarà difficile per la politica fermare o invertire l'aumento delle diseguaglianze sociali, soprattutto in termini di reddito. I lavori da impiegato rappresentano ancora il 16% dei posti di lavoro americani, e la tecnologia continuera' a eliminarli.