di Nicola Iannello
Vittoria scudetto della Juventus in casa dell’Inter, tengono il passo Napoli, Milan e Lazio, cadono Fiorentina e Roma. La trentesima giornata, undicesima di ritorno, sorride alla capolista, che vendica la sconfitta patita a Torino all’andata per mano dei nerazzurri. Con otto turni alla fine e 24 punti in palio, +9 sul Napoli (secondo) e +11 sul Milan (terzo), appare davvero improbabile che la squadra di Conte si faccia raggiungere dalle inseguitrici. In coda, il Pescara resta ultimo da solo, staccato dal Palermo che ha battuto la Roma. Invariato il distacco tra Genoa e Siena, quart’ultimo e terz’ultima, che hanno fatto patta nel drammatico spareggio di Marassi.
Nel big match del ‘Meazza’, la capolista si impone 2-1. Stramaccioni recupera Samuel nella difesa a tre con Ranocchia e Chivu, Alverez è il rifinitore per Palacio e Cassano. Dispositivo difensivo con tre uomini anche per Conte, che però schiera il consueto centrocampo a cinque dietro Quagliarella e Matri. Pronti via e Juventus in vantaggio. Quagliarella segna un gol dei suoi, con un destro da fermo appena fuori area, Handanovic neppure prova a tuffarsi (3’). Reazione Inter. Cassano impegna Buffon con un diagonale rasoterra. Riflesso del portiere della Nazionale su schiacciata di Palacio da due passi. Sull’altro fronte, Handanovic ferma in qualche modo Vidal. Ancora il portiere sloveno impegnato su tiro di Pirlo. Palacio ci prova di testa su invito di Cassano, Buffon è ben piazzato. Il pari dell’Inter arriva nella ripresa su una combinazione tra Cassano e Palacio, con l’argentino che controlla in corsa e fredda Buffon con un piatto a fil di palo (54’). La Juventus non ci sta. Prima Padoin impegna Handanovic, poi Vidal manda Quagliarella sul fondo, palla in mezzo e Matri batte Handanovic per il gol della vittoria (60’). Espulso Cambiasso dopo il fischio di chiusura per un’entrata violenta su Giovinco. Juventus a 68 punti, Inter ferma a 47, con il recupero contro la Sampdoria a Marassi in programma mercoledì.
Otto reti e un diluvio di emozioni (concentrate soprattutto nell’ultimo, incredibile quarto d’ora) scandiscono il posticipo serale del sabato di Pasqua: un irriducibile Napoli espugna 5-3 l’Olimpico di Torino, risultato molto significativo perché ottenuto contro una squadra, quella granata, in forma e abbastanza libera da pressioni di classifica (+9 sulla soglia retrocessione). Tripletta (da non credere) dell’ex Dzemaili, doppietta nel finale di un Cavani ‘stanco’ per la traversata post-nazionale ma a cui bastano 25’ nella ripresa per far saltare, da campione, il banco di Ventura. Il primo tempo, già divertente, non è altro che l’antipasto di ciò che accadrà nella ripresa. Il missile di Dzemaili da fuori area (10’) porta avanti gli uomini di Mazzarri. A ruota Santana, tutto solo, si divora il pari di testa. Al 30’ però, favorito da una serie di rimpalli in area, Barreto di sinistro rimette il Toro in linea di galleggiamento. Otto giri di lancette e Giannoccaro non può esimersi dal fischiare il rigore per gli ospiti complice un netto fallo di Darmian su Maggio: tira Hamsik, Gillet intuisce e il risultato resta inchiodato sull’1-1. Il secondo tempo è aperto dal raddoppio firmato ancora dallo svizzero Dzemaili (47’) che trova il varco giusto appena dentro l’area. Il Napoli gioca bene e subito dopo sfiora due volte il tris, con Insigne su punizione e con un’altra percussione offensiva di Dzemaili (Gillet dice no). La gara sembra ormai indirizzata, invece ecco il primo ribaltone. Cavani, entrato al 65’, in ripiegamento difensivo impatta il pallone col braccio: altro penalty concesso da Giannoccaro, Jonathas trasforma e pareggia (74’). Tre minuti appena e un errore di Britos innesca Meggiorini che salta Rosati e deposita in porta il clamoroso 3-2 per i granata. Tutto finito? Neanche per idea. Minuto 80: servito da Zuniga, Blerim Dzemaili sfodera un’altra perla balistica (potente esterno destro) confezionando tripletta personale e 3-3 partenopeo (81’). Per il centrocampista è senza ombra di dubbio ‘la partita della vita’. Restano però ancora due graffi e sono quelli del ‘Matador’, autentico fuoriclasse che all’84’ e 90’ spegne definitivamente il Toro: prima con un’imparabile punizione a giro, poi con un chirurgico stacco aereo. Da applausi Cavani, da applausi il match, intenso, spettacolare, senza un attimo di respiro.
In un ‘Bentegodi’ dal terreno pesantissimo per la pioggia incessante, il Milan piega il Chievo 1-0. Corini gioca con la difesa a cinque e la coppia formata da Paloschi (ex rossonero) e Théréau di punta. Allegri si affida al trio Robinho, Balotelli ed El Shaarawy in attacco. L’avvio è lento. Balotelli si fa ammonire per un’entrata scomposta ma poi si fa perdonare costringendo Cesar al fallo al limite dell’area clivense: l’attaccante della Nazionale batte la punizione, Puggioni non trattiene e Montolivo ribatte in rete per il vantaggio rossonero (25’). Il tema si ripete più volte ne corso della partita, col portiere del Chievo che preferisce sempre la respinta, senza rischiare una presa problematica sotto la pioggia. Nella ripresa è Robinho, fuggito sulla destra su lancio di Montolivo, a impegnare a terra Puggioni, che oppone le mani aperte. Luciano, appena subentrato a Nicolas Frey, impegna Abbiati con un desto dal limite. El Shaarawy semina scompiglio con un’incursione sul lato sinistro dell’area gialloblù ma il suo suggerimento non viene raccolto dai compagni. Dramè si fa male a una spalla calciando; col Chievo momentaneamente in dieci, Dainelli commette l’ennesimo fallo su Balotelli e viene espulso per somma di ammonizioni (78’). A sostituzioni esaurite, Dramè rientra, ma col braccio al petto, stile Beckenbauer in Italia-Germania a Messico 1970. I rossoneri controllano il finale di partita con un possesso palla ragionato. Milan a 57 punti, il Chievo resta a 35.
Fiorentina battuta dal Cagliari in un ‘Is Arenas’ senza pubblico. I sardi si impongono per 2-1. Montella inserisce Migliaccio per lo squalificato Borja Valero in mezzo al campo e in avanti si affida al tridente Jovetic-Ljajic-Cuadrado. Risponde Pulga con il ritorno di capitan Conti a centrocampo e di Sau in attacco in coppia con Pinilla, e Cossu a sostegno. Micidiale il primo tempo dei padroni di casa. Una girata di destro di Pinilla dal limite dell’area piccola fulmina Viviano (11’). Raddoppio su rigore dello stesso cileno, dopo fallo di Cuadrado su Sau (39’). La reazione gigliata arriva troppo tardi, con una girata di Cuadrado dopo buco della difesa su un fallo laterale da sinistra (74’). Fiorentina quarta a 51 punti, Cagliari a 38 col Parma.
La Lazio supera in rimonta il Catania all’Olimpico: 2-1. Petkovic schiera Ledesma mediano basso, e Candreva dietro l’unica punta Saha. Consueto 4-3-3 per Maran, con Barrientos, Bergessio e Gomez trio d’attacco. Tutto nella ripresa. Gli etnei passano con un rimpallo fortunoso: al termine di un’azione confusa in area biancoceleste, Radu rinvia sugli stinchi di Izco e il pallone beffa Marchetti (50’). La Lazio raddrizza la partita in 2’. Il pareggio scaturisce da un’autorete di Legrottaglie che per anticipare Kozak mette il pallone nella propria rete (79’). Bellusci commette fallo in area su Ederson, Candreva su rigore fa esplodere l’Olimpico spiazzando Andujar (81’). Lazio quinta a quota 50, Catania fermo a 45, dietro la coppia formata da Inter e Roma.
I giallorossi cadono a Palermo in casa di una squadra che spera ancora nella salvezza: i rosanero si impongono 2-0. Miccoli torna dal 1’ minuto nella formazione di Sannino, in coppia con Ilicic in avanti. ‘Albero di Natale’ per Andreazzoli che fa giocare Florenzi e Lamela a supporto di Totti. C’è solo il Palermo nel primo tempo. Ilicic su lancio di Miccoli sblocca il risultato con un sinistro controtempo che non lascia scampo a Stekelenburg (21’). Il raddoppio vede gli stessi protagonisti ma a ruoli invertiti: lo sloveno rifinisce sulla sinistra con un pallone basso in area, irrompe il capitano per il 2-0 (35’). Nella ripresa meglio la Roma che però non riesce a rendersi pericolosa. Palermo penultimo a 24 punti, Roma con l’Inter a 47. Pari senza reti tra Udinese e Bologna. Al ‘Friuli’ Guidolin tiene fede al suo 3-4-3, con Pereyra e Maicosuel assieme a Di Natale in attacco. Difesa a quattro, rombo a centrocampo e Gilardino e Gabbiadini di punta per Pioli. Uno dei pochi sussulti della partita arriva con il rigore sbagliato da Di Natale: Taider trattiene Pereyra, Giacomelli indica il dischetto: Curci para il tiro del bomber bianconero (66’). Udinese a 42 punti, Bologna a 36.
Gara senza storia al ‘Tardini’: il Parma stende il Pescara 3-0. Donadoni opta per una formazione molto offensiva, con Biabiany, Amauri e Sansone in avanti. Anche Bucchi schiera un 4-3-3, con Sculli, Abbruscato e Caprari come trio d’attacco. Apre le marcature Benalouane che schiaccia di testa su corner e batte Pelizzoli (18’). Raddoppio di Paletta che di sinistro conclude in rete un’azione seguente a calcio d’angolo (52’). Il tris lo cala Amauri con un gol da manuale: stop di petto e bicicletta spalle alla porta dal limite (65’). Parma a 38 punti, Pescara ora ultimo da solo a 21.
Esce lo 0-0 tra Atalanta e Sampdoria. Colantuono rinuncia a Livaja per questioni disciplinari e mette Maxi Moralez e Bonaventura a sostegno di Denis nel reparto offensivo. Rossi con la consueta difesa a tre, il centrocampo a cinque e Icardi ed Eder di punta. Un tempo per uno, ma nessun gol. I padroni di casa finiscono in dieci per il secondo giallo a Lucchini (85’). Sampdoria a 36, Atalanta a 34.
Finisce in parità lo scontro salvezza di ‘Marassi’ tra Genoa e Siena: 2-2, con un’altalena di emozioni. Ballardini fa giocare Bovo in difesa al posto di Granqvist, Jankovic agisce sulla fascia destra, Jorquera è il sostegno della punta Borriello. Paci in difesa e Calello a centrocampo sono le scelte dell’ultimo minuto di Iachini, gli ex doriani Paci e Vergassola partono dalla panchina, Rosina a Sestu agiscono alle spalle di Emeghara. Avanti il ‘Grifone’ con Borriello su punizione di seconda deviata da Della Rocca in barriera, che inganna Pegolo (6’). Pareggio di Emeghara con un destro non irresistibile che sfugge a Frey sul campo bagnato (43’). Emozioni anche nel secondo tempo. Bovo spinge Sestu, per Rocchi è rigore, Rosina infila Frey dagli undici metri (52’). La partita si innervosisce e Matuzalem e Moretti vengono amoniti nella stessa occasione (alla fine saranno otto i cartellini gialli). Pareggio definitivo di Jankovic, che brucia Pegolo su traversone di Immobile (71’). Il Genoa è quart’ultimo a 27 punti, Siena subito dietro a 26.