Angelica (nome di fantasia) ha 18 anni. Magra, sempre vestita alla moda, molto curata, troppo? Ha un papà commercialista, una mamma che non lavora, una sorella più piccola, una tata filippina. Il papà, sempre più preoccupato perché la figlia non partecipa più alla vita della famiglia e passa sempre più tempo al computer, la spinge ad andare in Ambulatorio. Lei alla fine accetta. Al medico domanda subito:
“Quanti amici hai? Io su Facebook ne ho 700”, anche moltissimi uomini di tutte le età e di tutto il mondo. Poi ammette:” Ne conosco meno di un quarto”.
Tutto è cominciato per gioco quando un pomeriggio lei e una sua amica si sono divertite a mettere su Facebook le loro foto più ammiccanti. Subito fioccano le richieste di amicizia. Angelica si fa altre foto, poi altre alle feste e altre ancora. Il suo profilo deve essere sempre pieno. Tutti continuano a cercarla, la fila si allunga, ormai la riconoscono ovunque. “Della famiglia –racconta- non me ne fregava più niente”.
I ragazzi la desiderano, le ragazze vogliono conoscerla per strapparle il segreto del successo. E’ su un piedistallo diventato scomodo, non riesce a scenderne, a liberarsi dell’identità virtuale che si è costruita. E pian piano perde la libertà di non essere perfetta, anche solo per un giorno, magari banalmente di vedersi qualche volta brutta, come capita a tutti.
Racconta di sentirsi a un bivio: deve scegliere tra il mondo virtuale e quello reale. Ma nessuno dei due sembra avere più senso.
Angelica è passata attraverso la depressione perché quando precipiti da un piedistallo puoi farti male. Continua a curarsi ma da un po’ alle sedute di gruppo arriva anche semplicemente con i capelli legati, senza trucco, con una felpa qualunque. (F.R.)
Questa e altre storie nel libro “Quando internet diventa una droga” di Federico Tonioni (Einaudi)